Il primo pasto vero, un vasetto di yogurt, lo ha potuto fare soltanto a tre anni compiuti. Colpa di una grave malformazione congenita, per la quale una bambina è stata sottoposta all'ospedale Infantile Regina Margherita di Torino ad un eccezionale intervento di ricostruzione dell'esofago.
#8gennaio #sanita #Piemonte @cittasalute_to Piccolo grande miracolo su una bimba di tre anni affetta da malformazione congenita Complimenti all'equipe dell #ospedale #ReginaMargherita di #Torino https://t.co/6bTWFa3asB
— antonio saitta (@antonio_saitta) 8 gennaio 2019
Un «piccolo grande miracolo», come definisce l'operazione l'assessore alla Sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta, che ha dato «una chance di vita normale» - dicono ora i medici - alla piccola paziente, salvata da un'esistenza priva di gusto, tra cannule e sondini con rischi di tipo infettivo e di trombosi. L'intervento è stato eseguito presso la Chirurgia pediatrica diretta dal dottor Fabrizio Gennari in collaborazione con il professor Renato Romagnoli, direttore della Chirurgia universitaria 2 e Centro Trapianti di fegato delle Molinette, e con il dottor Dario Reggio, del Servizio di Endoscopia Interventistica della Città della Salute di Torino.
«L'intervento testimonia la nostra eccellenza - sostiene il dg della Città della Salute di Torino, Silvio Falco - e conferma quanto sia stata azzeccata la recente scelta di nominare i due nuovi direttori di Chirurgia, massima espressione della Scuola universitaria e ospedaliera del professor Salizzoni».
Un intervento molto complesso - spiegano i sanitari - Ora, grazie ad un piano di alimentazione progressivo, la bambina imparerà a mangiare e a sperimentare gusti sempre nuovi». Ricoverato nel reparto di degenza ad Alta Intensità della Chirurgia pediatrica, staff infermieristico e esperti del servizio di Logopedia la stanno aiutando a recuperare l'uso della bocca per alimentarsi. Ad assisterla anche la famiglia a cui da oltre un anno è stata affidata, dopo che i genitori naturali sono stati costretti a trasferirsi in Francia per seguire un'altra figlia ammalata. «Non vede l'ora di tornare a casa per giocare con i suoi cagnolini», racconta il papà 'adottivò, Alberto, che la descrive come una bambina «unica, affettuosa, carica di energia e dal carattere forte». Lui e la moglie fanno parte dell'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. «In casa viviamo in dodici: noi, i nostri quattro figli naturali e altri sei ragazzi. Le staremo tutti vicino e speriamo di farle assaggiare presto anche le caramelle...».