Oggi nel nostro Paese sono circa mille i pazienti diagnosticati e trattati, spiega Giuseppe Plazzi, docente di Neurologia all'Università di Bologna e presidente dell'Associazione italiana di medicina del sonno, ma si stima che i malati siano molti di più. Di qui l'opportunità di dotare i medici di uno strumento, le «red flags», per far scattare un campanello d'allarme tempestivo su determinati sintomi. E un aiuto arriverà dal registro nazionale della narcolessia istituito da poche settimane dall'Istituto superiore di sanità.
La narcolessia si verifica quando cellule prodotte in modo abnorme dal sistema immunitario distruggono una particolare popolazione di neuroni indispensabile al mantenimento della veglia attiva.
Può essere scambiata per epilessia o depressione ed i suoi effetti, soprattutto se non diagnosticata, sono socialmente impattanti: difficoltà nell'apprendimento, possibilità di incidenti, di errori, di perdita del lavoro e di relazioni sociali.
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