Crescono le tecniche di Procreazione assistita: «Sono oltre 110 mila»

Crescono le tecniche di Procreazione assistita: «Sono oltre 110 mila»
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Giovedì 30 Novembre 2023, 21:52 - Ultimo aggiornamento: 22:01

Sulla fecondazione in vitro è urgente impiegare con maggiore sistematicità le nuove metodologie che oggi vengono adottate per migliorarne il successo, considerato che le problematiche relative alla sterilità di coppia hanno assunto una notevole rilevanza sociale, in un Paese a crescita zero e con un saldo negativo tra nascite e morti. Attualmente, in Italia la fecondazione in vitro contribuisce al 3% circa delle nascite, vale a dire circa 11mila nati, mentre nel mondo sono nati più di 5 milioni di bambini. In questa prospettiva, sono importanti le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), che sono passate da 90mila a 110mila, come emerge dalla Relazione al Parlamento sulla PMA 2023 sull’attuazione della Legge 40 del 2004». Lo ha detto il presidente della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.), il Professor Ermanno Greco, intervenendo al Congresso Nazionale della S.I.d.R., organizzato insieme alla Società Italiana Policistosi Ovarica (SIPO) per affrontare, in un dibattito diffuso con medici e ricercatori, le tante tematiche del settore.


Secondo Greco occorre «un’attenta riflessione anche sull’età delle donne» che decidono di affrontare questo tipo di percorso. «Oggi - ha precisato - l’età media di accesso della donna a un Centro di fecondazione assistita è superiore ai 38 anni e ciò determina notevoli ripercussioni sulle percentuali di successo dell’intervento, che sono del 15% a fresco e del 35% cumulativo». Il Congresso ha messo in luce le tecniche da «adottare in questa fascia di pazienti - ha spiegato Greco - dai protocolli di stimolazione ormonale a quelli utilizzati per scegliere l’embrione migliore da trasferire all’interno della cavità uterina, con un focus particolare sulla tecnica di diagnosi genetica preimpianto».
 
Il Congresso Nazionale della Società Italiana della Riproduzione, che l’Università Medica Internazionale UniCamillus di Roma ha ospitato accogliendo nella sua sede numerosi specialisti del settore, ha permesso di approfondire temi complessi come la fecondazione in vitro, il ruolo della diagnosi genetica preimpianto e quello relativo alle patologie oncologiche, ginecologiche e dell’endometriosi. È stata inoltre l’occasione per parlare delle tecniche di preservazione della fertilità, del ruolo dell’infertilità maschile e delle disfunzioni sessuali, ma anche delle strategie di supporto alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) nella donna con la Sindrome dell’ovaio policistico, con un nuovo approccio green alle tecniche di procreazione assistita. 
 
In Italia sono 340 i Centri di PMA attivi nel 2021, di cui 138 di I livello e 202 di II e III livello, mentre sono 86.090 le coppie trattate con tecniche di PMA di primo, secondo e terzo livello, 108.067 i cicli di trattamento iniziati, 23.404 le gravidanze ottenute, 2.970 quelle perse al follow-up (12,7%). Inoltre, 15.641 i parti documentati e 16.625 i bambini nati vivi, che sono il 4,2% del totale dei nati in Italia nel 2021 (400.249 nati vivi).
 
Un ampio spazio del Congresso è stato assegnato alle tecniche di preservazione della fertilità femminile, che rivestono un’importanza strategica in una società in cui la donna cerca la gravidanza sempre più tardi.

Ad aprire dibattiti e problematiche è però anche l’infertilità maschile, che oggi è in costante aumento, tanto da arrivare a costituire il 50% delle infertilità di coppia. In questa prospettiva, ha detto Greco, «assumono un rilievo sempre maggiore sia la diagnosi sia le terapie in grado di migliorare la capacità fecondante dello spermatozoo a base di ormoni o di integratori naturali».

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