Salgono a quota 714 i casi di vaiolo delle scimmie confermati in Italia, 25 in più rispetto all'ultima rilevazione di 4 giorni fa, il 19 agosto, secondo il bollettino pubblicato con dati aggiornati a oggi. Secondo l'ultima classifica del Ministero della Salute l'infezione prosegue a svilupparsi principalmente tra maschi (704) contro solamente 10 casi tra donne. Il vaiolo delle scimmie nell’uomo inizia con sintomi aspecifici (febbre, mal di testa, brividi, astenia, ingrandimento di linfonodi e dolori muscolari). L’eruzione cutanea compare entro tre giorni dal contagio: interessa prima la faccia per diffondersi a altre parti del corpo, mani e piedi compresi. Le lesioni cutanee evolvono in forma di papula, poi vescicola, pustola e infine crosta. Le lesioni cutanee generalmente hanno un’evoluzione omogenea, differentemente da quello che avviene, per esempio, nella varicella. Per la maggior parte delle persone, in vaiolo delle scimmie è una malattia autolimitante, che dura da due a quattro settimane, con guarigione completa.
Vaiolo delle scimmie, sintomi, come si trasmette e come si cura: cosa c'è da sapere sul virus
Vaiolo delle scimmie, i sintomi
Il virus si trasmette attraverso un contatto stretto con un caso sintomatico. L'eruzione cutanea, i fluidi corporei (come liquido, pus o sangue da lesioni cutanee) e le croste sono particolarmente infettivi. Ulcere, lesioni o piaghe della bocca possono essere infettive e il virus può diffondersi attraverso la saliva o attraverso droplet (goccioline respiratorie) in caso di contatto prolungato faccia a faccia (a maggior rischio gli operatori sanitari, i membri della stessa famiglia e altri contatti stretti dei casi confermati). Il vaiolo delle scimmie può essere trasmesso anche con contatto diretto tra le lesioni durante le attività sessuali.
Al fine di proteggere se stessi e gli altri, il Ministero della Salute nella Circolare del 2 agosto 2022 prevede che i casi confermati e sospetti di MPX si mettano in autoisolamento. Chiunque abbia sintomi riferiti al vaiolo delle scimmie deve contattare immediatamente il proprio medico.
I numeri fanno allarmare e la stessa Oms ha affermato che si tratta di "Emergenza sanitaria Mondiale".
Foto del 19 agosto: Ministero della Salute
Cosa fare se si è positivi
Quindi cosa fare se si è positivi al vaiolo delle scimmie? I casi devono essere isolati fino alla caduta delle croste dell’eruzione cutanea, che indica la conclusione dell’infezione. In presenza di segni e sintomi che non richiedono ricovero, il caso confermato – nel momento in cui le condizioni abitative e igienico-sanitarie lo permettono – può essere seguito al domicilio abitativo secondo le procedure definite a livello locale, in regime di isolamento anche rispetto ai conviventi ed eventuali altre persone che prestano assistenza.
Al Dipartimento di prevenzione territoriale competente spetterà il compito di monitorare quotidianamente tramite telefonate l'andamento della malattia.
Sono 505 i casi di #vaiolodellescimmie registrati in Italia.
Chiunque può contrarre o trasmettere questo virus per contatto stretto.
Ad oggi la maggioranza dei casi riguarda uomini MSM
👉Informarsi è il primo passo per la prevenzione #SolidarityNotStigmahttps://t.co/E21PHKq4S0 pic.twitter.com/tcKKusTehH— Ministero della Salute (@MinisteroSalute) August 4, 2022
Come avviene l'isolamento dei casi infetti
Rimanere in isolamento in stanza dedicata, quando sono a casa utilizzare oggetti domestici personali (vestiti, lenzuola, asciugamani, utensili per mangiare, piatti, bicchieri), che in nessun caso non devono essere condivisi con altri membri della famiglia. Evitare il contatto con persone immunodepresse fino alla guarigione dell’eruzione cutanea. Evitare contatti stretti oppure intimi (abbracci, baci, contatti prolungati faccia a faccia in spazi chiusi) con altre persone fino alla completa guarigione dell’eruzione cutanea. Igenizzare costantemente le mani e le vie respiratorie. nel caso si debba entrare in contatto con altre persone bisogna sempre usare una mascherina chirurgica. Astenersi dall’attività sessuale fino alla caduta delle croste. Lasciare la propria abitazione solo temporaneamente per casi urgenti come visite mediche e in questo caso usare sempre la mascherina e coprire l'eruzione cutanea con vestiti a maniche lunghe e pantaloni. Evitare il contatto con qualsiasi mammifero da compagnia, in particolare con i roditori e lagomorfi da compagnia (topi, ratti, criceti, gerbilli, porcellini d'India, scoiattoli, conigli). Eventuali contatti recenti con questi animali domestici devono essere registrati e riportati alle autorità veterinarie al fine di garantire la possibilità di mettere in quarantena e testare animali con sintomi potenzialmente riferibili a Monkeypox/Mpx (febbre, mancanza di appetito, tosse, secrezioni nasali o croste, congiuntivite, eruzioni cutanee come pustole e vescicole, in particolare sulle orecchie e intorno alle labbra). Per la gestione dei rifiuti urbani (domestici) dei malati da vaiolo delle scimmie si raccomanda di interrompere la raccolta differenziata, con l’accortezza di confezionare i rifiuti in modo da non danneggiare e/o contaminare esternamente i sacchi (usando ad esempio guanti monouso). È inoltre opportuno raccogliere tutti i rifiuti personali (come fazzoletti usati, bende/garze venute a contatto con i fluidi corporei o le lesioni cutanee) e i panni monouso usati per la pulizia ed inserirli in una busta separata e chiusa, prima di essere introdotti nel sacco dei rifiuti indifferenziati. Tutto ciò per cercare di circoscrivere il più possibile errori nella raccolta e nel conferimento dei rifiuti a tutela della sicurezza in ambito domestico e della salute degli operatori ecologici addetti alla raccolta dei rifiuti.
Contatto a rischio: cosa fare
Il contagio avviene attraverso un contatto stretto con un caso sintomatico, quindi il vaiolo delle scimmie è trasmissibile dal momento in cui compaiono i segni e i sintomi e durante l'intero decorso della malattia, cioè fino a quando tutte le lesioni sono guarite e le croste sono state sostituite da un nuovo strato di pelle. Come riportato dal Ministero della Salute "l'eruzione cutanea, i fluidi corporei (come liquido, pus o sangue da lesioni cutanee) e le croste sono particolarmente infettivi". A questo punto, può essere scontato, ma, come prevenzione, è importante evitare il contatto stretto con persone con sintomi (febbre, rigonfiamento dei linfonodi, lesioni cutanee e in particolare vescicole o croste).
Cosa si intende con contatto stretto
La definizione di contatto stretto riguarda diversi casi: La persona che ha avuto un contatto fisico diretto pelle a pelle (come toccarsi, abbracciarsi, baciarsi, contatti intimi o sessuali), Chi è venuto a contatto con materiali contaminati come indumenti o biancheria, Le persone che hanno avuto un'esposizione respiratoria diretta, faccia a faccia e ravvicinata. Se viene segnalato un caso probabile o confermato in un viaggio di lunga durata (più di 4 ore), qualsiasi passeggero o membro dell'equipaggio che abbia avuto un contatto fisico con un caso sintomatico senza dispositivi di protezione può essere considerato un contatto stretto.
Le raccomandazioni
Come abbiamo ormai imparato con il Covid anche i contatti stretti di chi contrae un virus pericoloso sono a rischio. La circolare del Ministero precisa che tali contatti stretti devono essere identificati il prima possibile e informati della loro esposizione e del rischio di sviluppare l'infezione. Per quanto li riguarda, inoltre, è indicato di evitare di donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno oppure sperma mentre sono in regime di sorveglianza. Inoltre, l’auto-monitoraggio prevede il controllo della febbre (almeno due volte al giorno) oppure di altri sintomi quali il mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia, o eruzione cutanea da causa sconosciuta nei 21 giorni dall’ultima esposizione. Viene indicato anche di astenersi dalle attività sessuali per 21 giorni dopo l'ultima esposizione, igiene delle mani e respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi spesso le mani); evitare il contatto con persone immunocompromesse, bambini under 12 e donne in gravidanza per 21 giorni a seguito dell’ultima esposizione. E ancora, occorre evitare il contatto stretto diretto con animali, inclusi gli animali domestici, per 21 giorni dopo l’ultima esposizione. Viene altresì precisato che «le autorità sanitarie locali possono scegliere di escludere i bambini in età prescolare da asili nido, scuole materne o altri ambienti di gruppo. In specifici contesti ambientali ed epidemiologici sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie». I contatti asintomatici che controllano adeguatamente e regolarmente il loro stato possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola (la quarantena non è necessaria)
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Le misure per i contatti a basso rischio
Le autorità sanitarie possono collaborare con organizzatori di eventi, aziende oppure altri luoghi per fornire a tutti i partecipanti informazioni sulla potenziale esposizione e indicazioni, se necessario. Per i contatti con esposizioni a basso rischio è possibile adottare la sorveglianza passiva, autocontrollarsi e informare il proprio medico di famiglia e/o le autorità sanitarie locali nel caso si manifestino sintomi compatibili con Mpx. Per i contatti a basso rischio si raccomanda di fornire queste informazioni: praticare un’attenta igiene delle mani e respiratoria; auto-monitorare i sintomi compatibili con Mpx (febbre, eruzione cutanea, linfadenopatia) per 21 giorni dopo l’esposizione; chiamare il proprio medico e/o i servizi sanitari territoriali se sviluppano sintomi (sorveglianza passiva). Infine, i contatti asintomatici che controllano adeguatamente e regolarmente il loro stato possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola (e in questi casi la quarantena non è necessaria), puntualizza il Ministero della Salute.
Terapie e vaccinazione
Al momento, la modalità di contagio e la velocità di diffusione, così come l’efficacia delle misure non farmacologiche fanno escludere la necessità di una campagna vaccinale di massa. Tenuto conto dell’attuale scenario epidemico e della limitata disponibilità di dosi, la vaccinazione, come profilassi pre-esposizione a partire dai 18 anni di età, verrà offerta inizialmente a: personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus. persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM), che rientrano nei seguenti criteri di rischio: storia recente (ultimi 3 mesi) con più partner sessuali; e/o partecipazione a eventi di sesso di gruppo; e/o partecipazione a incontri sessuali in locali/club/cruising/saune; e/o recente infezione sessualmente trasmessa (almeno un episodio nell'ultimo anno); e/o abitudine alla pratica di associare gli atti sessuali al consumo di droghe chimiche (Chemsex). Come riporta la Circolare del 5 agosto, la vaccinazione comincerà nelle Regioni con il più alto numero di casi segnalati: Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Veneto.
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