Un vaccino anti tumori, anti infarto e contro le malattie autoimmuni entro il 2030: ora sembra essere davvero realtà. Un'accelerazione maturata grazie anche all'esperienza derivata dai vaccini anti-Covid. Lo riferisce il Guardian riportando l'annuncio dell'azienda americana Moderna che, dopo i vaccini anti-Covid, sta lavorando a quelli contro il virus sinciziale e contro il melanoma, per entrambi i quali ha ottenuto dall'Fda americana la breaktrough therapy, ovvero la procedura accelerata di approvazione. Per il virus sinciziale, in particolare, il vaccino ha mostrato un'efficacia dell'83,7% nel prevenire almeno due sintomi, tosse e febbre, negli over 60.
Il vaccino anti cancro, l'annuncio di Moderna
Ciò che è stato fatto con i vaccini anti-Covid, precisa Moderna, ha consentito alla ricerca sui vaccini contro il cancro di procedere in fretta, tanto che l'equivalente di 15 anni di progressi sono stati raggiunti in soli 12-18 mesi.
Come funzionerà
Nel prossimo futuro si dovrebbe arrivare anche a vaccini contro le malattie cardiovascolari e quelle autoimmuni. Per le malattie respiratorie, sempre secondo Burton, «potrà bastare una singola iniezione a proteggere contro Covid, influenza e virus sinciziale». Ma i vaccini a mRNa potrebbero essere adatti a combattere malattie rare attualmente senza terapie. Attiva sul fronte vaccini a mRna terapeutici anche la ricerca italiana, con il laboratorio Armenise-Harvard di immunoregolazione presso l'Italian Institute for Genomic Medicine (Iigm) e la biotech italo-svizzera Nouscom, che si basa sull'entrata in circolo del vaccino. Dai ricercatori dell'Istituto dei tumori Pascale di Napoli sono invece arrivati, dopo 7 anni di sperimentazione, i primi risultati positivi del vaccino contro il tumore al fegato. Punta poi ad un vaccino universale la ricerca americana sperimentata su topi e scimmie, che ha dimostrato di riuscire ad abbattere le difese che i tumori mettono in atto per proteggersi dagli attacchi del sistema immunitario, bloccando le cellule malate. Di rilievo anche una nuova terapia a base di Car-T di ricercatori olandesi che ha riscontrato segni precoci di efficacia in alcuni tipi di tumori solidi, sia in monoterapia che potenziata con un vaccino a mRna. A riconoscere la necessità di non disperdere il patrimonio di esperienza maturato durante la pandemia sono le stesse aziende farmaceutiche e gli esperti di settore. Un portavoce di Pfizer ha sottolineato che «l'azienda ha guadagnato 10 anni di conoscenza scientifica in un solo anno», mentre Richard Hackett, Ceo della Coalizione per la preparazione alle epidemie e l'innovazione (Cepi) che sostiene la ricerca indipendente sui vaccini contro le malattie infettive emergenti, ha rilevato che «le cose che si sarebbero svolte in 15 anni sono state compresse in 1 anno e mezzo». Andrew Pollard, a capo del Comitato britannico sulle Vaccinazioni e l'Immunizzazione (Jcvi), si chiede «cosa succederà, ora che c'è molto più interesse nei vaccini», e nota che «non stiamo investendo neanche il costo di un sottomarino nucleare».
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