Natale, a tavola con il tampone (rapido): ecco come faremo

Natale, a tavola con il tampone (rapido): ecco come faremo
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 30 Novembre 2020, 00:26 - Ultimo aggiornamento: 20:04

Prima regola. Se a Natale andate a pranzo o a cena da familiari con cui non convivete, fate il tampone rapido, specialmente se incontrerete persone anziane o fragili: se risulterete positivi, eviterete di trasmettere il virus a chi è a rischio. Seconda regola. Se il responso del test, al contrario, vi dice che siete negativi, c’è solo una cosa da fare: dimenticarlo. Perché? La possibilità che siate infetti, nonostante il tampone rapido negativo, permane e potreste trasmettere il virus al parente anziano o fragile. Continuate a usare la mascherina e a mantenere le distanze. In quello che tutti speriamo sia l’unico Natale con lo spettro del coronavirus, bisogna mantenere nervi saldi e razionalità per proteggere noi stessi e i nostri familiari.

QUALE TEST FARE?

Ormai è accertato che più del sierologico, è utile il tampone antigenico rapido: grazie un prelievo nel naso avrete un responso anche in 20 minuti (ma i laboratori privati richiedono più tempo, comunque si tratta di un responso molto più celere del molecolare che è giusto lasciare a chi ha sintomi). 

DOVE POSSO FARLO?

Lo scenario cambia da Regione a Regione.

Nel Lazio, ad esempio, si può ottenere in 209 farmacie (ma si accettano prenotazioni solo entro la settimana, dunque se l’incontro con i parenti è previsto per Natale ora è troppo presto) e in numerosi laboratori privati. La corsa alla prenotazione per il tampone rapido, a Roma, è già cominciata, mentre il presidente di Federfarma, Andrea Cicconetti, spiega che in 10 giorni sono già stati eseguiti 15mila test: «Solo sabato sono stati 3.500». Nel Lazio il prezzo, regolamentato dalla Regione, è 22 euro, in Puglia 25, mentre in Lombardia è molto più alto, anche più di 50, perché decide il mercato.

QUANDO VA FATTO?

Spiega il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Sanità in Puglia: «Chiarito che si tratta di un filtro in più, che va comunque combinato con la valutazione che ognuno di noi può fare sui comportamenti che ha avuto e i rischi a cui si è esposto, il tampone antigenico qualora negativo non può dare la certezza della non positività. Utile, ma non risolutivo. Tutto questo premesso, va eseguito a ridosso del giorno in cui avremo l’incontro con i familiari. Si riduce il periodo finestra». Prendiamo un altro esempio: un quarantenne lavora e abita a Roma ma è originario di una città del Molise, dove vive la madre settantenne che rischia di trascorrere il Natale da sola. Il governo sta valutando di concedere una deroga agli spostamenti per chi va a trovare un familiare stretto, ma c’è la raccomandazione di eseguire il tampone rapido. In questo modo, il quarantenne se è positivo, rinuncia al viaggio e salva la madre da un possibile contagio. Se risulta negativo, deve essere consapevole che durante il viaggio potrebbe contagiarsi e dunque, quando arriva dalla madre, deve comportarsi con estrema prudenza, dimenticando quel tampone rapido negativo. «Il test antigenico è una istantanea del momento in cui si effettua, magari il giorno prima dell’incontro. E non sottovalutiamo mai il rischio del falso negativo» insiste il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano. 


È ANCHE PER I BAMBINI?

Cosa succede se il quarantenne che va a trovare la madre in un’altra regione porta con sé il figlio di dieci anni? Giusto sottoporre anche lui al test? Sì. Teniamo sempre conto che il tampone rapido non è molto invasivo, al di là del fastidio del bastoncino dentro la narice. «Secondo me - dice il professor Pregliasco - è utile come forma di prevenzione che anche un bambino esegua il test. Certo, se parliamo di una famiglia c’è anche un problema di costi». Il sistema dei test - molecolari, rapidi o sierologico - è stato molto potenziato rispetto a qualche mese fa, ma c’è comunque la possibilità che l’assalto per le feste di Natale possa mandarlo in crisi. Comunque si tratterà di un canale diverso da quello dei sintomatici e dei contatti stretti, che devono avere la precedenza. Inoltre, se un nucleo familiare di quattro persone vuole usare questa precauzione prima di andare a trovare una persona fragile, c’è una spesa da sostenere: nel Lazio, con il prezzo calmierato, in quattro si spendono 90 euro, ma in altre regioni si rischia di pagare anche oltre 200 euro.
 

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