Covid, è boom di sportelli di assistenza psicologica: a chiamare sono i giovani

Liceo Volta, Milano ph. Nicole Cavazzuti
di Nicole Cavazzuti
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Sabato 30 Gennaio 2021, 21:40 - Ultimo aggiornamento: 22:12

È boom per gli sportelli di assistenza psicologica gratuita per l'emergenza Coronavirus. E se i primi nati a inizio pandemia erano pensati soprattutto per aiutare anziani, operatori sanitari e guariti dal Covid-19 alle prese con i postumi della malattia, adesso il supporto è richiesto anche da chi non ha contratto il virus ma, dopo dodici mesi di restrizioni, prova ormai qualche malessere psicologico.

Che il numero di sportelli sia aumentato così tanto non deve stupire. Basta guardare i risultati degli studi scientifici realizzati per valutare l’impatto della pandemia da Covid-19 sulla salute e il benessere mentale della popolazione italiana per rendersi conto che, a livello emotivo-psicologico, sempre più persone non stanno proprio benissimo. Anzi.

Per esempio, dalla ricerca promossa dal Dipartimento di Scienze Biomediche di Humanitas University, guidato dal Professor Giampaolo Perna e coordinato dalla dottoressa Daniela Caldirola, realizzata attraverso un questionario online a cui hanno partecipato 2400 persone, risulta che il 90% degli intervistati ha in qualche misura paura di infettarsi, il 77% teme di poter infettare altre persone e il 65% ha il terrore di morire nel caso dovesse contrarre il Covid-19. E ancora: circa il 14% degli intervistati ha iniziato ad assumere ansiolitici o sonniferi e il 10% a utilizzare antidepressivi, mentre il 19% di chi già li assumeva prima della pandemia ha avuto necessità di incrementarne il dosaggio. Dati che conferma anche il dottor Maurizio Bonati, responsabile del Dipartimento di Salute Pubblica dell’Istituto Mario Negri di Milano: «Pure dalle nostre indagini, nonché dall’osservazioni diretta sul campo, emerge uno scenario simile. Le misure di massa per il confinamento a casa, la quarantena, l’isolamento e questo stato di perenne incertezza che ci accompagna da un anno accentuano i disturbi emotivi già presenti in chi soffre già di qualche patologia e negli altri facilitano l’insorgere di depressione, disturbi dell’ansia e dell’umore, del sonno e dell’alimentazione».

È interessante notare che oggi, a un anno dall’annuncio da parte dell’OMS dell’emergenza Covid, a soffrire di più siano soprattutto i ragazzi e i giovani adulti. Non a caso, sono loro che chiamano più frequentemente gli sportelli di assistenza psicologica gratuita per l'emergenza Coronavirus. Ce lo confermano, tra gli altri, gli operatori di ISIDAP (Istituto Italiano Specializzato nella cura dei disturbi da Attacchi di Panico, della Depressione e dell’Ansia) che ha lanciato uno sportello telefonico di ascolto completamente gratuito per l’utenza (Numero Verde 800 060708), destinato a tutti quelli che in questo momento vivono un disagio di tipo ansioso. «A chiamarci, ultimamente, sono soprattutto ragazzi tra i 20 e i 30 anni. Non sopportano più l’isolamento assoluto, ma vivono l’esperienza sociale con senso di colpa e con il timore di poter ammalarsi e, di conseguenza, di contagiare altre persone, magari anziane e più fragili. Quando venne proclamato il lockdown nazionale avevamo delle date davanti. Che poi sono state allungate, ma c'erano per lo meno delle scadenze. A livello emotivo, era tranquillizzante. Dopo l’estate, invece, non ci sono state più certezze. È inevitabile che crescano rabbia, insofferenza e paura», ci raccontano. D’accordo Maurizio Bonati: «Non c’è da sorprendersi: i liceali solo ora stanno tornando sui banchi, mentre gli universitari da un anno seguono le lezioni da casa, in totale isolamento. Rispetto a chi per lavoro convive tutti i giorni con un rischio più o meno alto di incorrere nella malattia, chi da dodici mesi vive in isolamento prova ovviamente una paura più forte della malattia».

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