La guerra al Covid è ancora lunga e i medici che curano i pazienti a casa (il 96% dei contagiati nel Lazio) infilano nella bisaccia nuove armi. Tre nuovi farmaci: il Raloxifene, somministrato per la prima volta lunedì a un paziente delle Uscar (le unità speciali di assistenza della Regione), poi la Colchicina, sperimentata finora a Perugia e che dovrebbe essere prescritta nei prossimi giorni dai medici di base. E, per la prima volta in Italia, l'Interferone, fino a oggi ampiamente usato per curare l'epatite. Le nuove terapie sono state al centro di una girandola di riunioni tra gli esperti del Sistema sanitario regionale, i vertici delle Uscar e della Fimmg (federazione medicina generale). Lunedì, l'accelerazione: è stato utilizzato per la prima volta dall'Uscar il Raloxifene, solitamente prescritto per curare e prevenire l'osteoporosi nelle donne in post-menopausa. Le pastiglie, testate in alcuni centri, come in Lombardia, ora potranno essere utilizzate per la lotta al Covid anche a Roma, per i contagiati con più di 40 anni, fatta eccezione per chi ha alcune «comorbilità», cioè più malattie in contemporanea, come il rischio di trombosi o per le donne in gravidanza.
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I medici di base a breve prescriveranno la Colchicina, oggi usata per trattare gli attacchi di gotta, per l'artrite gottosa ricorrente e per la pericardite acuta, un farmaco analizzato dall'Università di Perugia.
I CONTAGI
Ieri il numero dei positivi nel Lazio ha ripreso a salire, dopo un paio di giorni di flessione: 1.039 nuovi casi (+165), 600 solo a Roma, 43 decessi (+3), 2.525 guariti. Nella regione i contagiati sono 66.132, di cui 63.305 a casa. Col sistema di tele-assistenza, 1.599 medici hanno seguito a distanza 14.273 persone in isolamento. Capitolo vaccini: ieri sono state consegnate 40.950 dosi da Pfizer, si è superata quota 156mila iniezioni, 36mila richiami. Per gli ultra-ottantenni le prenotazioni inizieranno lunedì, si comincerà a vaccinare dall'8 febbraio in 82 centri delle Asl. Ma a ritmi ridotti: massimo 3.700 punture al giorno.
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