Coronavirus, nuovo calo di malati ma in Lombardia ancora troppi morti

Coronavirus, nuovo calo di malati ma in Lombardia ancora troppi morti
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 22 Aprile 2020, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 09:48

Ci stiamo avvicinando a crescita zero anche alla voce totale casi positivi, quella che ci racconta quanti nuovi infetti stiamo rilevando: l'incremento è dell'1,5 per cento, una percentuale che qualche settimana fa sembrava irraggiungibile. Va perfino meglio sul fronte degli attualmente positivi (senza i guariti e i deceduti), visto che in questo caso non c'è un aumento, ma una diminuzione: ieri c'erano 528 persone malate di Covid19 in meno del giorno precedente.

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E anche alla casella dei guariti c'è un record: in un solo giorno sono stati 2.723, non erano stati mai così tanti da quando è cominciata questa emergenza e ora abbiamo superato quota 51mila. Altri segnali decisamente importanti: si stanno svuotando le terapie intensive, si sono liberati altri 102 posti, così come diminuisce il numero dei ricoverati negli altri reparti, meno 772. Eppure, tutti questi numeri che vanno nella direzione giusta e ci dicono che l'assedio si sta allentando, vengono contraddetti da un'altra cifra, quella dei morti che sono tornati sopra il limite psicologico del mezzo migliaio, per la precisione 534. Come è possibile? Tutti gli esperti avvertono: il dato dei decessi sarà l'ultimo a diminuire, perché purtroppo sono l'epilogo di storie che si trascinano da settimane. Si dirà: i casi attualmente positivi diminuiscono, ma anche a causa del numero sempre rilevante di vittime. Purtroppo è vero, però nelle ultime settimane abbiamo avuto giornate con molti più morti, anche attorno al migliaio, eppure i casi positivi continuavano ad aumentare, tale era la forza del contagio.



Il bollettino di ieri della Protezione civile conferma che, sia pure con una velocità minore di quanto si sperasse, l'epidemia si sta fermando. E vi sono regioni, come Umbria, Sardegna, Calabria, Molise, Valle d'Aosta e Basilicata, in cui i nuovi casi sono meno dieci. Restano le difficoltà della Lombardia e del Piemonte, da cui continua a dipendere il 60 per cento della diffusione dell'epidemia. Per capire: ieri in Lombardia ci si sono stati altri 960 casi (di cui la metà a Milano), 225 in più del giorno prima, anche se c'è una diminuzione degli attualmente positivi; in Piemonte, altri 606, il doppio di lunedì. Altre regioni, che pure sono state tra le più colpite dal coronavirus, sembrano invece avviarsi a una soluzione del problema. L'Emilia-Romagna ieri ha registrato solo 225 nuovi casi positivi, il Veneto 277, tutte le altre sono sotto quota 100 e già questo spiega l'anomalia di Lombardia e Piemonte. Un altro dato che ci racconta come ora l'emergenza coronavirus si sia concentrata soprattutto nel Nord-Ovest: in Lombardia in un giorno ci sono stati 203 morti, in Piemonte 76, di fatto il 50 per cento delle vittime sono concentrate in quel pezzo d'Italia.

RIEPILOGO
Ma torniamo ai numeri su scala nazionale: in totale oggi sono 183.957 i casi positivi (più 2.729), gli attualmente positivi (senza deceduti e guariti) 107.709 (meno 528), i guariti sono 51.600, i morti 24.648. Aumenta sensibilmente il numero dei tamponi eseguiti: sono stati altri 52 mila per un totale di 1.450.150. Commenta il commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri: «Ci sono ora più ventilatori polmonari - 2.659 - che pazienti in terapia intensiva».


 

 
 
 

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