Tram, disagi e movida: la periferia si avvicina

Tram, disagi e movida: la periferia si avvicina
di Simone Canettieri
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Venerdì 17 Marzo 2017, 20:54
Cinque o quattordici. Entrambi tagliano la Prenestina, capolinea diversi: piazza dei Gerani o Togliatti. Passano i jumbo, quelli nuovi. Altrimenti, sferragliano i vecchi tram, vintage e ammaccati. Eppure qui c'è casa-Atac: la più grande azienda pubblica del Campidoglio. Lo slogan: «Lavoriamo con trasporto». Lo faceva anche Gigi Sabani, che da ragazzo era lo show-man del 14. Sono i tram i modi più pop per entrare dentro questo pezzo di Roma Est, racchiuso nel V municipio. Alle prese con una positiva gentrificazione. Partita dal già pasoliniano e ora nottambulo Pigneto: locali e tendenze musicali indie (Calcutta, alias Edoardo D'Erme) e che inizia a spingersi fino a Centocelle. Poi c'è Torpignattara, che non «è la Molenbeek d'Italia», ma che su cinquantamila residenti, uno su cinque viene dall'Asia, dal Bangladesh o dall'Africa. La Pisacane è la scuola più multietnica della Capitale. I centri culturali islamici fioriscono in attesa di una vera moschea. Le insegne di parrucchieri, alimentari e kebab rimandano all'esotico. In via della Marranella, il «Vini e Oli» di nonna Silvana, dal 1963, salta agli occhi. Un'oasi per i vecchi residenti «ma anche per i cinesi ricchi». Qui a Torpigna gli estremisti neri organizzavano maneschi «banglatour», qui di notte si cammina con l'ansia. La voglia di rivoluzione si è fermata in una Casa del Popolo, ex sede del Pci ora di Rifondazione, passata «da migliaia di iscritti a sessanta», registra Salvatore, custode di un luogo dove la politica ormai è residuale. Tango, massaggi e cinema sono ospitati tra le gigantografie del Che. «Tanti compagni hanno votato M5S : il popolo vuole cambiare». E il V municipio ha incoronato il bancario Giovanni Boccuzzi: mini sindaco con assessore al bilancio ex collega di scrivania, un responsabile all'Ambiente già cambiato e uno ai Lavori pubblici denunciata perché si portò via un faldone.

L'ASSALTO AL POTERE
Operazione riuscita: la riapertura del cinema Aquila al Pigneto con accuse ore di propaganda grillina. Il problema: il parco di Centocelle (sito archeologico tra i più importanti e dimenticati d'Italia: è vasto come Villa Borghese) dove gli incendi tossici si liberano nell'aria. La sindaca Raggi ne ha predisposto la bonifica. Ma si è dimenticata di metterci i soldi, spiega Alessandro Rosi (Pd). «Già, questo era un feudo rosso». Lo sanno a Centocelle, culla del movimento punk, pezzi di bande armate rosse, la piazza di Accattone, l'occupazione del Forte Prenestino. Vie e piazze fanno il gioco dei fiori, frutta e piante. «Non si vive male», fanno nei locali bio e di street food. Refoli del Nord: l'esperienza dell'Alveare è il primo progetto di coworking con spazio baby di Roma. Le mamme affittano una postazione con pc e telefono (150 euro al mese).

Anche la metro C contribuisce a rendere la periferia meno periferia. Per sotto (i collegamenti) ma anche per sopra: ha restituito zone riqualificate. Che avvicinano pezzi di lontananze urbane. Si sentono forse meno soli ma ugualmente molto arrabbiati in viale Giorgio Morandi, a Tor Sapienza: doppie file di palazzoni, spiaggiati come balene, pronti a esplodere. È già successo. Prima delle amministrative il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini stanziò 40 milioni per il recupero dell'ex complesso Cerimant per concerti, atelier, mostre e convegni. Poi? Boh. E intanto - chiuso da Alemanno Casalino 900 - rimane la polveriera del campo nomadi di via Salviati, i vicini del Quarticciolo, lascito del Ventennio. La chicca è la trattoria del Quagliaro («I miei genitori andavano a caccia con le reti», racconta Roberto). Nei bar disoccupazione e rabbia sono pericolosi borbottii. «Un tuffo al cuore - ricorda Paolo Di Canio nato in via Ugento 37, genius loci insieme al Gobbo il Robin Hood della zona - erano delle partite tra gli stenditoi, ci sentivamo protetti: prima nella povertà non si perdeva la dignità, ora le periferie sono state abbandonate da tutti». L'acquedotto Alessandrino, che dà il nome a un quartiere con palazzetti ordinati, accompagna la Casilina. Si può ricercare un tram.