Teatro, libri e casali antichi. L'altra faccia di Torbella

Teatro, libri e casali antichi. L'altra faccia di Torbella
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 4 Giugno 2017, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 10:34
Claudia Caoduro, 41 anni, infermiera al policlinico Tor Vergata, il sabato mattina lo dedica ad Aristofane. Insieme a una decina di mamme di Torre Angela, si sbraccia nelle prove delle Ecclesiazuse, cioè le donne in parlamento, nel teatro di via Bruno Cirino, che tra qualche giorno festeggia un anno di riapertura. Sul palco, tra le quinte nere, è Atene. Fuori è Tor Bella Monaca: i palazzoni di quindici piani, la cuspide di Santa Maria Madre del Redentore che da lontano sembra tagliare in due il parco di via Aspertini. «Sono iscritta al laboratorio da quattro anni racconta Claudia Avevo questa passione fin da ragazzina, ma solo ora ho trovato uno spazio per esprimerla». Il teatro di Tor Bella Monaca, dice, «è un punto di riferimento per il quartiere. Anche mia figlia di 8 anni è iscritta al laboratorio, ma quello dei bambini».

Il teatro aveva chiuso, nell'estate del 2015, ma dopo un anno il sipario si è alzato di nuovo. E oggi ci puoi vedere l'Orestea di Eschilo oppure i corti teatrali di Achille Campanile. Nelle ultime tre stagioni, spiega il direttore organizzativo Filippo D'Alessio, «abbiamo strappato 105mila biglietti». Più di 130 spettacoli solo nell'ultima, di stagione, e 400 aperture di sipario. «Oltre al laboratorio per le donne del quartiere, abbiamo corsi di teatro per i disabili, per i migranti, per gli studenti del liceo scientifico Amaldi, poi ci sono le lezioni di danza. Tor Bella Monaca è anche questa».

EFFETTO DE-MALLING
Un teatro contro il degrado della periferia stereotipata, degli spacciatori di viale dell'Archeologia, dei quartieri dormitorio e basta. «La vita qui, negli ultimi anni, è migliorata», dice Silvana Cianetti, 67 anni, da trenta dietro alla cassa della pizzeria del centro commerciale Le Torri, comunque affollato nonostante la crisi anche qui abbia fatto abbassare diverse saracinesche, l'effetto de-malling, come lo chiamerebbero gli esperti. «Certo aggiunge i problemi ci sono. Da queste parti non abitano solo brave persone», aggiunge. Non serve neanche ricordare le statistiche, che dicono che il VI Municipio - quasi 260mila abitanti, come Verona, una metà buona oltre i guard rail del Gra - sia il distretto di Roma con il più alto numero di pregiudicati.

IL FIENILE CONFISCATO
Ma TorBella e tutte le altre torri - Torre Angela, Torre Gaia, Torre Maura, Torrenova - non è solo questo. A borgata Finocchio, nel parco intitolato a Peppino Impastato, giusto un anno fa è nata una biblioteca da mille e cinquecento metri quadri. Ed è nata in un fienile confiscato alla Banda della Magliana, immerso nel verde. Si chiama Collina della pace, nome azzeccato considerata l'atmosfera. Fa capire, soprattutto, che lo Stato può riprendersi i propri spazi e restituirli ai cittadini. «Diversi libri sono stati regalati dall'ex presidente Napolitano», spiega una bibliotecaria, mentre nei tavoli è tutto un via vai di studenti, ma anche di anziani. Come quelli iscritti al centro «Pierino Emili», vicini di casa del polo culturale, ultimamente impegnati a battagliare contro lo sfratto deciso dal mini-sindaco grillino, che vorrebbe riassegnare i locali attraverso un bando. «Gli anziani della borgata Finocchio non si sfrattano, vergogna!!!», si legge in un cartello incollato alla finestra a vetri del centro. Messaggio chiaro: «Da qui non ce ne andiamo, non siamo pacchi postali».

DAL PAKISTAN ALLA FATTORIA
C'è perfino una Torre che assomiglia un po' all'Umbria, svoltando sulla Casilina, subito dopo il Raccordo per chi viene dal centro. Vicino alla fermata Giardinetti della nuova metro C, una rotonda seminascosta porta nel borgo di Fattoria di Torrenova. I vecchi casali ritinteggiati di fresco, accanto ai maneggi, si sono popolati di universitari che arrivano da ogni parte del mondo. Molti fanno avanti e indietro da Tor Vergata, come Giovanni Maggio, 25 anni, aspirante anestesista, arrivato dalla Sicilia. Ma c'è anche Adeel, 25 anni, dal Pakistan, che studia Ingegneria robotica alla Sapienza. Vive qui in affitto insieme a due connazionali (anche loro futuri ingegneri) e a un ragazzo indiano. «Ho scoperto questo borgo durante una festa di compleanno, poi sono rimasto racconta D'altronde dove lo trovi a Roma un altro posto così? Ti svegli la mattina e vedi i cavalli correre sui prati».

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