I FRONTI
Ma non è così. Si guarda con apprensione a via Ramazzini, zona San Camillo, sede della Croce Rossa dove c'è una tendopoli di migranti (500). Che fa il paio con il centro di accoglienza di Largo Perassi (altri 500). Non solo. Si guarda con paura all'arrivo di un nuovo hub a Massimina-Casal Lumbroso: la prefettura ha già individuato due immobili, oltre mille le persone da ospitare. FdI sulle barricate, la giunta pentastellata è «nettamente contraria». Ancora: a Brevetta c'è un allarme furti in casa da far drizzare le antenne ai residenti «pronti alle ronde». «Già, abbiamo un territorio vastissimo che arriva fino a Malagrotta», ricorda l'assessore Fabiana Tomassi, avvocato già collaboratrice di una parlamentare grillina, deleghe a scuola, sport e cultura. «Chi era la parlamentare? Non lo dico, dopo ricomincia la storia della parentopoli». La presidente del municipio è Silvia Crescimanno, moglie di Daniele Diaco, presidente della commissione Ambiente in Campidoglio. Entrambi vegani convintissimi e pronti a far proseliti. («Ormai mangio solo un po' di bresaola, e di nascosto», scherza l'assessore).
LA VELOCITÀ
«La presidente è telecomandata dal marito», insinua Federico Spanicciati, segretario dello storico circolo Pd Donna Olimpia intitolato a Miriam Mafai, dove l'emancipazione fece sfilare le miss comuniste. Crescimanno entra ed esce da una riunione al secondo piano del municipio: «Un bilancio ridicolo per una zona così vasta», apre le braccia Valerio Vacchini, titolare dei conti e della sicurezza, maresciallo dei carabinieri a mezzo servizio. «Mi mandi le domande per mail, risponderò la settimana prossima», dice la mini sindaco che al contrario di Monteverde vecchio va di fretta. L'amministrazione non è un valzer né una corsetta di jogging a Villa Pamphilj: il parco più grande di Roma, tredici entrate non ben custodite, degrado notturno che cozza con la pace di queste giornate di primavera. Franco Mattaccini, presidente del circolo anziani Bel respiro con 1.200 iscritti molto attivi e ballerini, ha appena vinto una lunga battaglia con la Soprintendenza. Non per Tor di Valle, ma per un nuovo campo di bocce. «Intanto il municipio ci ha tolto i fondi». Si scende sui Colli Portuensi e colpisce la velocità. Le insegne della Roma contemporanea: food e drink, colori, palazzi ovunque piegati a fisarmonica, niente Liberty, qui c'è anche Monteverde nuovo che è più pop e 2.0. Sotto, ecco il mercato di Porta Portese che è un mondo, un modo di dire, un luogo della ricerca di ciò che è stato. Ora sono giorni di ultimi «grandi affari» per le catene auto, si legge dalle baracche che vivono una volta a settimana. Ci si può spingere rimanendo nello stesso perimetro del municipio fino a Malagrotta, la discarica (chiusa) più grande d'Europa, che ancora trasuda percolato in attesa di bonifica. Allora meglio ritornare verso l'interno, ancora Er Pecetto (anche lui elettore della Raggi «seppur deluso»): «Là c'è il Vascello, sul muro se vedono ancora le cannonate ai tempi della Repubblica Romana». Non c'è bisogno di passare davanti al Fontanone del Gianicolo per annusare l'aria di Grande Bellezza.
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