“Stasera ho deciso di venirmi a trovare, per fare due chiacchiere con me stesso”, lo spettacolo su Fritz Grünbaum

Auditorium del Goethe-Institut. Liberamente tratto dalle opere di Fritz Grünbaum con Bruno Maccallini di Antonella Ottai.

“Stasera ho deciso di venirmi a trovare, per fare due chiacchiere con me stesso”, lo spettacolo su Fritz Grünbaum
di Carmela De Rose
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Lunedì 19 Febbraio 2024, 18:28

Giovedì 22 febbraio, alle ore 21:00, il Goethe Institut di Roma ospiterà "Stasera ho deciso di venirmi a trovare per fare due chiacchiere con me stesso", uno spettacolo musicale improntato sulla storia di Fritz Grünbaum, eccelso cabarettista ebreo, regista e librettista austriaco, mai rappresentato in Italia, che per oltre trenta anni divertì con sketch, riviste e operette irriverenti il pubblico di Vienna e Berlino, prima che il nazismo silenziasse in un colpo solo il doppio personaggio a cui aveva dato vita albergandolo in un unico corpo. Protagonista in scena l'attore e regista Bruno Maccallini, co-autore dell'opera insieme ad Antonella Ottai , che con il suo libro "Ridere rende liberi" (Ed. Quodlibet) ne ha ispirato la scrittura scenica. Dalle scene viennesi a quelle dei lager nazisti, lo spettacolo racconta una delle tanti tristi avventure di  tanti artisti vittime della Shoah: di Grünbaum sarà ripercorsa l'arte narrativa e scenica attraverso molti dei suoi monologhi, tradotti e adattati per l’occasione, in cui dialoga con un “secondo io”, litigando sempre con se stesso.

Lo spettacolo

Uno sdoppiamento a lui familiare con cui riuscì a intrattenere fino alla fine anche  i suoi “colleghi” internati a Dachau: " Prima di affrontare il pubblico - asseriva - parlo sempre con me stesso: non è che parlo da solo, parlo con l’altro me ed è proprio lui che si beve tutto il fiele che mi esce fuori. Perché? Il fatto è che il mio dentro è arrabbiato con il mio fuori." D'altra parte questo suo "stile", o anche strategia, di inferocirsi con il proprio io, al punto da considerarsi divorziato da se stesso, gli consentì di esserlo ancora di più con l’epoca storica in cui si trovò ad operare e di affrontare con disinvolta irriverenza i suoi contemporanei più illustri. Dotato degli accenti e delle tematiche tipiche dell’umorismo ebraico, Grünbaum assunse a cifra della sua scena comica la struttura del doppio creando così non solo una straordinaria sintonia con lo spirito del tempo, ma riuscendo a conferire agli enunciati di Freud o di Einstein, per citare i riferimenti più celebri in cui incorrevano i suoi sketch, la formula aurea del paradosso comico. Così come sprofondava nel non senso il delirio politico che individuava come Hitler o il generalissimo Franco stavano agitando sulla scena internazionale. Se non fossero risultate sufficienti le sue origini ebraiche, non appena invasa l’Austria, a questi affronti il nazismo non avrebbe mancato di presentare il conto, internandolo nei lager dove trovò la morte. "Attraversarne il crescendo nell’ampio repertorio dell’artista - afferma Maccallini - provoca non solo la risata amara nei confronti di un grande racconto storico consegnatoci dallo sguardo – anzi dai due sguardi sempre divergenti – di chi ne è stato acuto osservatore, ma lascia scoprire anche il valore, assolutamente attuale, della lotta fra l’eversione del comico e l’inesorabilità degli eventi." Una performance d'attore, condita dalle musiche di Pino Cangialosi interpretate dal vivo da Livia Cangialosi e integrata dall'inserimento di brani multimediali collegati all'epoca storica trattata, che interpreta la dialettica dello sdoppiamento appoggiandosi in scena ai dispositivi di riproduzione tecnica della persona, nati anch’essi nel tempo che fu di Grünbaum, moltiplicando la sua presenza in un gioco delle parti, degli specchi e delle loro rifrazioni. Lo spettacolo, una produzione della Società per Attori, è a margine del Laboratorio "Una risata allunga la vita" in programma dal 6 marzo a fine aprile al Goethe (www.unarisatalab.com) e si integra alla trilogia delle opere drammaturgiche scritte da Antonella Ottai: oltre a "Stasera ho deciso di venirmi a trovare", il ciclo comprenderà infatti "Diva.

Una sinfonia per Weimar", in programma sempre al Goethe il 29 febbraio, e "Grotesk! Ridere rende liberi", in calendario il 24 aprile al Teatro Vascello di Roma.

ANTONELLA OTTAI- Autrice

Antonella Ottai ha insegnato fino al 2014 “Drammaturgia dello spettacolo digitale” ed “Editoria mutimediale per lo spettacolo” presso il Dipartimento di Storia dell’arte e Spettacolo nell’Università “Sapienza” di Roma. Al teatro di Eduardo ha dedicato una lunga attività di ricerca, da cui sono nati molti saggi e un volume "Come a concerto. Il Teatro umoristico nelle scene degli anni trenta". Ha curato insieme a Paola Quarenghi l’intera edizione digitale del teatro di Eduardo in televisione. Ha curato inoltre il database Teatronelfascismo.itpubblicato in rete e che raccoglie oltre diciottomila dati sulla vita teatrale fra il 1933 e il 1944, estrapolati dal Fondo Censura dell’Archivio Centrale dello Stato, dalle riviste teatrali, dai quotidiani. 

Tra le sue ultime pubblicazioni, "Ridere rende liberi. Comici nei campi nazisti" (Quodlbet 2016), tradotto e pubblicato anche in lingua spagnola (Gedisa, 2019). Ha curato la drammaturgia radiofonica ricavata dal testo di "Ridere rende liberi" e trasmesso nel gennaio 2017 su Rai Radiotre. E, con Bruno Maccallini, la drammaturgia dello spettacolo "Grotesk! Ridere rende liberi". Inoltre ha pubblicato presso Sellerio un testo di narrativa, "Il croccante e i pinoli" (2009) e, con Croce, "La città delle parole che parlano". Il suo ultimo lavoro drammaturgico è "Diva. Una sinfonia per Weimar", non ancora pubblicato. Antonella Ottai è direttore responsabile di "Ariel", Semestrale di Drammaturgia dell'Istituto di Studi Pirandelliani.

BRUNO MACCALLINI - Attore, autore, regista, produttore

Nato ad Avezzano, diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, già attore, autore, produttore e regista di teatro in Italia, è protagonista di film di successo in Germania, dove gode di una vasta popolarità (è uno dei volti italiani più amati nei paesi di lingua tedesca). Ha anche firmato e diretto numerosi documentari per la televisione italiana e tedesca con la sua Società MAC PRODUZIONI Srl (oltre 60 ore per la Rai). Negli ultimi anni per Ullstein Verlag ha pubblicato con l’attrice Jutta Speidel, quattro volumi, balzando in poche settimane ai vertici delle classifiche dei tascabili più venduti in Germania con oltre 100.000 copie. Per Piper - Malik ha scritto un libro sulla provincia italiana e per Christian Verlag un fortunatissimo libro di ricette. 

Nel 2014 è stato insignito del Premio “Tourism Ambassador” dalle Associazioni Travel Industry Club e ITB di Berlino. Bruno Maccallini ha 63 anni, parla l’inglese e il tedesco. Vive tra Roma e Monaco di Baviera. Dal 2021 ricopre la carica di Direttore artistico dell’Associazione Antonello Falqui. Il suo penultimo spettacolo teatrale “Grotesk! Ridere rende liberi” scritto con Antonella Ottai, di cui è anche regista e interprete, già rappresentato in Italia con grande successo di pubblico e critica, ha debuttato sulle scene tedesche nel 2023.

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