7,41 e con i vicini si diventa una famiglia

di Marco Pasqua
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Lunedì 31 Ottobre 2016, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 10:55
Sono 3 ore che vaghiamo con i vicini per la paura di rientrare a casa #terremoto
@restadovesei

Una settimana fa Anna se l’era presa davvero tanto. Andrea, che abita al piano di sopra, aveva annaffiato le piante e le aveva bagnato tutta la biancheria stesa. Che è un po’ il motivo per cui Stefano, che condivide con un altro studente l’appartamento al piano terra, maledice sempre con quello (o quella) screanzata che getta i mozziconi di sigarette nel suo cortile. Nulla a che vedere con il ragazzo dell’attico, che quando organizza una delle sue rinomate feste, fa rimbombare le note dell’ultimo singolo di Lady Gaga per l’intero condominio. Ieri mattina erano tutti lì, davanti al portone in legno e vetro del palazzo di Testaccio in cui sono stati catapultati dai loro destini. Anna aveva già scordato le liti per la biancheria bagnata e per poco non scoppiava a piangere tra le braccia di Andrea, che cercava di consolarla come poteva e di dissimulare l’angoscia.

Perché quel terremoto ha terrorizzato giovani e anziani che ora si ritrovano insieme, chi in pigiama e pantofole, chi con lo zaino in spalla o il cane al seguito, aspettando di poter rientrare in casa. E come nei reparti di ospedale, tra i pazienti si abbattono le differenze e ci si ritrova uniti a combattere contro un Male, ieri quelle vite si sono intrecciate, per sfuggire alla paura. Paura della morte, dei palazzi che si sbriciolano mentre si dorme, di vite soffocate tra le macerie. Si sono guardate negli occhi, persone con storie e vite diverse e, messi da parte i dissidi, si sono ritrovate alleate contro quelle scosse che tolgono il respiro. E quando tutto è finito, sono andate insieme al bar, a fare colazione. Per sentirsi, almeno per questa volta, più vicine.

marco.pasqua@ilmessaggero.it
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