L’anomalia delle feste senza freddo e senza luci

di Davide Desario
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Martedì 22 Dicembre 2015, 00:04
Un Natale così a Roma non s’era mai visto. Prima di tutto, un Natale senza sindaco il quale, che piaccia o no, è un po’ il capofamiglia e quando non c’è si sente. Un Natale con poche luminarie e alberi tristi soprattutto se paragonati a quelli delle grandi capitali internazionali. Un Natale senza aria, o meglio con aria avvelenata dallo smog che costringe le autorità a ordinare targhe alterne a ripetizione. E allora anche un Natale senza automobili, che di per sè non sarebbe male se però funzionasse il sistema del trasporto pubblico. Ma quello, si sa, a Roma non c’è a Natale, a Pasqua e nemmeno a Ferragosto. 
Un Natale, e questa non è proprio una novità, senza soldi: dove la gioia di fare i regali ai propri cari si scontra con il futuro incerto per molti e il presente drammatico per tanti che hanno perso il lavoro e non sanno più dove cercarlo. Figuriamoci i regali. Un Natale maledettamente senza serenità con tutti questi allarmi bomba e allarmi attentato che si susseguono e non si può non tenerne conto. Un Natale senza freddo che ha lasciato le foglie sugli alberi, la polenta nelle dispense e le sciarpe negli armadi. Un Natale senza perfino i sogni calcistici: con la Roma e la Lazio lontane da primati e trofei e ancor più dai loro tifosi. Un Natale a cui gli storni e il loro guano hanno tolto anche la bellezza di passeggiare per Roma. E allora caro Babbo Natale ti chiedo un solo regalo: mai più un Natale così per Roma. Non lo merita. 

davide.desario@ilmessaggero.it
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