Sotto il tombino, la città delle meraviglie

di Raffaella Troili
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Mercoledì 11 Dicembre 2013, 07:45
Roma .....citt piena

di meraviglie dietro

a carri di crudelt!




@claudio88970550



Un viavai di scarpe non fa caso all’anonimo tombino, solo un po’ più grande degli altri, che sta su un marciapiede di via Latina, verso il civico 256. Le macchine corrono, la gente anche. Sopra c’è scritto gas, ma non è vero. Sotto c’è una botola, porta a un ipogeo sconosciuto quanto bello. Non un’insegna, un’indicazione, dicono che chiusi così, gli affreschi nella catacomba si conservino davvero meglio. Nulla sanno i bengalesi che vivono nel negozio davanti di quelle tombe pagane e cristiane scoperte negli anni ’50 nei sotterranei di un palazzo in costruzione, in via Dino Compagni. In realtà sono in pochi a conoscere la «botola di via Latina», come la chiamano nel bar di fronte. Un tesoro nascosto, uno dei tanti, che rendono magica la città e danno la sensazione di convivere ed esser parte dei suoi molteplici strati. Una scalinata, una galleria, un’altra scala: chi scende là sotto, torna con incanti e colori nuovi negli occhi. Racconta di tunnel, pareti e cripte, stucchi, colonne e dipinti. Ma i pochi turisti che si avventurano a cercarli sembrano sperduti Indiana Jones, infatti per vederli occorre chiedere il permesso - e non è facile - alla Pontificia commissione di archeologia sacra del Vicariato, «sta a via Napoleone III», informa il barista. Ogni tanto bloccano tutto e portano giù qualcuno, famoso. Una volta il presidente della Commissione europea, un’altra il cardinale. Visite centellinate, ogni apertura danneggia il microclima del labirinto di 300 affreschi. E’ allora che s’infilano nel tombino pure il signor Rossi e la signora Maria. Come tanti Alice nel paese delle meraviglie.