L’uomo dell’olio di Verdone che dice sempre no

di Mauro Evangelisti
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Venerdì 4 Ottobre 2013, 20:57 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 17:33
Io odio gli italiani che

si lamentano sempre,

che la colpa sempre degli altri;

facile star seduti a guardare e criticare

@PuffoBrontolone «Bravo, mo’ allargalo pure così invece che uno ce ne cascano dieci». Ecco, quanti uomini dell’olio incontriamo nelle nostre convulse giornate? Protetti da una finestra ti guardano dall’alto e sono molto bravi ad affondare e criticare. Istruzioni per l’uso: l’uomo dell’olio è una delle tante perle del film Un sacco bello. Il giovane Leo, interpretato da Verdone, viene quasi investito da un’auto mentre attraversa sulle strisce, gli cade la bottiglia dell’olio, «meno male che non c’è due senza tre», tenta di pulire con le scarpe e dall’alto, in canottiera, il tizio invece di scendere ad aiutare brontola e giudica. Ecco, nelle nostre giornate forsennate, in cui si apre sempre un foro differente con una perdita d’acqua e tu tenti di chiuderlo con un dito, intanto però se ne apre un altro, e tu hai finito le dita, in queste ore convulse in cui corri con il motorino, ti intrufoli nel traffico, cerchi un parcheggio, ti barcameni nei guai quotidiani - a scelta: un documento scaduto, una bolletta da pagare, i figli da prendere a scuola, la mamma che sta poco bene, le analisi, la coda e fai tardi al lavoro, corri, scivoli, cadi, ti rialzi, sbagli, correggi - ecco mentre t’arrabatti nella ordinaria missione di sopravvivenza, spunta l’uomo dell’olio. Flemmatico ti guarda dall’alto, punta il dito, scuote la testa, ti dice «aò, embè». E allora ti viene da rispondere come Leo nella scena finale di Un sacco bello: «Fai presto te a dì aò embè là, alla finestra, calmo. Te ce vorrei vedere io a combatte con la vita, co’ e strisce, con l’olio, coi pompelmi, con mi madre. Aò, dice».

mauro.evangelisti@ilmessaggero.it

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