Le caratteristiche geografiche dei porti dell’antica Roma di Fos in Francia e di Portus a Fiumicino in vetrina nel Museo delle navi all’aeroporto Leonardo da Vinci. Ha infatti aperto i battenti la mostra “Da un porto all’altro”, una sorta di viaggio nel Mediterraneo tra l’approdo di Arles e quello di Roma. Sui 20 pannelli vengono confrontate le peculiarità dei due complessi portuali corredati da cenni storici inediti, descritti con dovizia di particolari, a cui fa da cornice la capillare rete di scambi commerciali. Le strutture hanno caratteristiche molto simili perché entrambi costruiti alla foce di un fiume e legate anche dal curioso parallelo dei corsi navigabili artificiali: a Fos il canale di Mario, scavato dalle guarnigioni del generale Caio Mario nel periodo repubblicano, a Portus la Fossa Traianea che attraversa oggi Fiumicino e alimentava allora il bacino esagonale.
DERRATE TRASPORTATE SUL RODANO
Come per il Tevere, utilizzato per trasportare le derrate nei magazzini di Roma Imperiale, l’approdo vicino a Marsiglia fu costruito allo sbocco del fiume Rodano dove si insediarono le colonie romane che smistavano gli approvvigionamenti, sfruttando l’asse fluviale, per i distaccamenti degli eserciti dislocati in Gallia, Germania e Inghilterra.
Eccezionale scoperta archeologica di epoca romana nell'area del Polo della logistica di Passo Corese
SCHIAVI, PIOMBO E RAME DIRETTI A ROMA
Nei due approdi confluivano dalla Spagna anche olive e salse di pesce. Di contro Roma riceveva schiavi dalla Gallia, lingotti di piombo e lastre di rame. «La mostra è il capitolo conclusivo di un progetto che ha coinvolto diversi enti francesi e inglesi oltre all’Università La Sapienza e il Parco archeologico di Ostia Antica e Portus – commenta Marina Lo Blundo, archeologa responsabile dei Porti Imperiali di Fiumicino -. Il lavoro si è incentrato sui due porti con studi dei suoli e confronti di carattere storico tra gli approdi. L’attenzione di questa mostra pone anche l’accento anche su quanto indossato quotidianamente dagli operatori portuali appartenenti ai diversi mestieri».
IL MESTIERE DEL “SACCARIUS”
Il riferimento è al “saccarius” che calzava sandali, una corta tunica fasciata in vita da una cintura e un copricapo. Lo scaricatore entrava in azione, dopo l’attracco in porto, sui sacchi di grano stipati nella stiva che venivano caricati sulle spalle, facendo ricorso a un gancio per sollevarli, e poi trasferiti nei magazzini. Oppure i “trasportatori di botti” che utilizzavano due pali per scaricarle cingendole con funi e sostenendosi un bastone molto utile durante il percorso di trasferimento. «Abbiamo inaugurato la mostra e lo stesso giorno festeggiato il primo anno di riapertura del Museo delle navi che è stato visitato da oltre 9mila persone», precisa Alessandro D’Alessio, direttore del Parco archeologico di Ostia Antica e Portus.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout