Variante Delta nel Lazio, D'Amato: «test triplicati». E sui vaccini: «Dal 21 dal pediatra»

Lazio, D'Amato: «Variante delta, test triplicati. Dal 21 i vaccini dal pediatra»
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 16 Giugno 2021, 22:36 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 16:41

La variante Delta? Arriverà anche nel Lazio», è convinto Alessio D’Amato, l’assessore alla Sanità di Zingaretti.

Questione di probabilità?

«Sì, è già avvenuto con le altre mutazioni quando hanno messo piede nel nostro Paese. Nel Lazio ancora non abbiamo registrato casi di questo tipo, ma se la variante è stata scovata in Lombardia prima o poi ce la ritroveremo anche qui. Ecco perché abbiamo deciso di triplicare i campioni da sequenziare, per tracciare le mutazioni. Prima le Asl spedivano in laboratorio circa il 4% dei tamponi, ora superiamo il 10%, il doppio della media Ue. Oltre all’attività di tracing, per contrastare i nuovi ceppi del Covid è fondamentale che tutti completino il ciclo vaccinale».

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E arriviamo al caso AstraZeneca, al mix con Pfizer per i richiami degli under 60. È vero che il Lazio ha chiesto al Ministero di poter somministrare anche la seconda dose con lo stesso tipo di siero?

«Non facciamo confusione: noi siamo stati i primi a mettere in pratica le indicazioni del Ministero della Salute, cambiando i richiami con Pfizer o Moderna.

Ma c’è un tema: tra chi deve fare la seconda dose, il 10%, sotto ai 60 anni, rifiuta il cross vaccinale, soprattutto nella fascia 50-59 anni. Insegnanti delle scuole in gran parte, o professori delle università. Dobbiamo dare una risposta a queste persone, non possiamo lasciarli nel limbo».

Che risposta?

«C’è una discrepanza tra la circolare del Ministero della Salute, in cui si dice che agli under 60 si “deve” somministrare come richiamo un vaccino a Mrna come Pfizer o Moderna, e la determina dell’Aifa che invece dice che si “possono” inoculare questi vaccini. Abbiamo chiesto al governo di chiarire, senza polemiche, perché nessuno sia lasciato indietro. Noi pensiamo che in questi casi debba decidere chi cura, cioè il medico. Ora aspettiamo la risposta del Ministero. Anche per Johnson & Johnson».

Un vaccino a vettore virale come AstraZeneca. Altre regioni l’hanno vietato agli under 60. Il Lazio?

«Abbiamo posto un quesito e abbiamo appena sollecitato una risposta al governo. È vero che la struttura del vaccino è simile a quella di AstraZeneca, ma l’ultimo rapporto dell’Aifa sugli eventi avversi ha anche evidenziato che Johnson & Johnson è il siero col tasso più basso di segnalazioni avverse».

Nel frattempo che indicazioni avete dato alle Asl e alle farmacie?

«Le stesse di prima: J&J ad oggi è autorizzato per tutti dai 18 anni in su, per gli under 60 c’è solo una raccomandazione, nulla di vincolante».

Quando partiranno le iniezioni dai pediatri?

«Dal 21 negli studi, con 18 dosi a settimana per ambulatorio. Questo weekend replicheremo intanto il “junior day”, con altre 20mila dosi Pfizer per la fascia 12-16. Al termine di questo appuntamento, gli adolescenti avranno avuto 40mila vaccini, siamo la prima regione in Italia».

Il governo ha sbloccato le dosi che mancano al Lazio?

«Abbiamo notizie molto buone, per fine giugno arriveranno altre 360mila dosi Pfizer, mettiamo in sicurezza la campagna anche per luglio».

Quando potremo sfilare le mascherine all’aperto?

«Ho visto che la Francia già si prepara a toglierle in questi giorni. Visto che la nostra percentuale di vaccinati è più alta dei francesi, credo che si possa valutare questa possibilità anche da noi. Spetta naturalmente al governo. In ogni caso, è questione di poco: anche in Italia avverrà quanto sta accadendo in altri Paesi, come in Israele».
 

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