«Illustre Dottore, se entro ventiquattro ore, lei non mi versa in contanti la somma di 995 miliardi di dollari, io farò saltare la sua galleria con una potente carica di tritolo». A firmare il biglietto il Minestro, non altro che un ironico soprannome che amava darsi Giorgio De Chirico per irridere quel vezzo della gente di chiamarlo maestro. Era il 1974 e quel biglietto vergato a mano dal grande artista, padre della Metafisica, era stato recapitato a Tony Porcella direttamente nella sua galleria, la Ca' d'Oro di via Condotti. Uno dei tanti scherzi che De Chirico amava tirare al caro amico gallerista. «Papà è stato uno dei pochi ad aver conosciuto nel profondo questo grande artista», ricorda la figlia Gloria Porcella, con la commozione nella voce, nell'annunciare la scomparsa del genitore. Un lutto nel mondo dell'arte. Tony Porcella è morto ieri mattina, all'età di 81 anni, nella sua casa romana ai Parioli, consumato da un edema polmonare seguito ad una ischemia cerebrale. «Ma era un guerriero, ha combattuto sempre, era sopravvissuto a tre tumori, ed ha voluto farcela fino alla fine. Mi ha aspettato», racconta Gloria Porcella, che ha fatto in tempo a rientrare da New York sabato scorso per stringersi alle due sorelle Francesca e Cristina e alla mamma Maria Cristina.
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È negli Stati Uniti che Gloria sta continuando infatti la storia della Galleria Ca' d'Oro, dopo i traguardi del papà con cui ha scritto la storia dell'arte del Novecento, con la famosa sede di piazza di Spagna, poi spostata a via del Babuino.