Il tema è caldo poiché sulle occupazioni di suolo strade, marciapiedi e piazze da parte delle attività di ristorazione si gioca da anni una delle battaglie più sensibili della Capitale: quella relativa alla tutela del decoro, soprattutto tra i vicoli del Centro. Fino ad oggi a occuparsi di regolamentare quante sedie, ombrelloni, tavoli far montare all'esterno dai locali è stata l'amministrazione municipale. Da domani le cose potrebbero cambiare poiché c'è il progetto di ricondurre tutta la gestione nelle mani della Giunta capitolina.
LE APERTURE
Il problema però è che leggendo la proposta si evince la volontà di aprire agli esercenti. Eccolo lì l'articolo 19 ter che recita così: «L'amministrazione può» prevedere «l'ampliamento della superficie già contemplata nei piani di massima occupabilità a fronte di prestazioni di pubblico interesse o utilità». Banalmente, se un esercente propone un progetto di riqualificazione o di abbellimento per la strada dove monta i tavoli, il Comune potrebbe valutare l'ipotesi di concedergli più spazio. E se fino ad oggi, l'amministrazione municipale aveva lavorato per ridurre al minimo le occupazioni, domani i tavolini potrebbero ripiombare in strada. Non solo. Perché al netto del centinaio di piani già approvati per numerosissime strade del Centro da San Giovanni a Monti ce ne sono molti altri che, pur avendo i progetti esecutivi già scritti, dovrebbero essere licenziati dal Consiglio municipale.
Se la delibera arrivasse prima, questi piani che puntano a ridurre lo spazio a viale Aventino, via delle Muratte, via degli Zingari, via di Ponte Sisto, finirebbero al macero. «Noi ci chiediamo e l'ho posto in commissione spiega l'assessore al Commercio del I Municipio, Tatiana Campioni che fine fanno le vie per cui il Consiglio del Municipio deve ancora esprimersi? Chi fa le eventuali modifiche ai piani? Non abbiamo ricevuto una risposta». La situazione creerebbe poi uno squilibrio tra le strade che hanno già i piani e che per giunta potrebbero essere anche rivisiti sulla base dei progetti presentati dagli esercenti e quelle strade che invece aspettano da tempo una riorganizzazione. «Non possono pensare di escludere completamente il Municipio da una programmazione o pianificazione del proprio territorio», conclude la Campioni. Ma la strada sembra già segnata e per ora non si intravedono margini di dialogo.
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