Stadio Roma, a Tor di Valle aree pignorate: Friedkin sonda il Flaminio

Stadio Roma, a Tor di Valle aree pignorate: Friedkin sonda il Flaminio
di Lorenzo De Cicco e Gianluca Lengua
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Domenica 22 Novembre 2020, 09:38

Rispetto all'era pallottiana, per la nuova As Roma targata Friedkin la costruzione del nuovo, travagliato stadio a Tor di Valle non è più un must. La linea che filtra dal quartier generale di viale Tolstoj suona più o meno così: il dogma è fare lo stadio della Roma, non farlo per forza a Tor di Valle. Insomma sul progetto voluto dall'ex patron in asse col costruttore Luca Parnasi, indagato per corruzione, nessuno, ai massimi vertici del club, si intestardirà. Già da un mese si scandagliano i tanti aspetti critici che ruotano attorno al progetto fin da quando, nel 2013, è stato presentato. Soprattutto, non si escludono piani alternativi, di più facile riuscita. Secondo quanto risulta in ambienti giallorossi, sarebbe stato fatto un primo, informale sondaggio per lo stadio Flaminio, che da anni attende una vasta riqualificazione.

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GLI OSTACOLI
Il punto di partenza di questi ragionamenti è fondamentalmente uno: il percorso per Tor di Valle resta ancora denso di insidie. Manca l'accordo tra il Comune e la Regione per il rinnovo di un'infrastruttura chiave come la ferrovia Roma-Lido. E non sarebbe certo l'ultimo tassello per evitare che la mobilità della zona vada in tilt, come hanno evidenziato gli esperti del Politecnico di Torino. Continuano poi ad affiorare nuovi elementi di controversia sull'area dell'ex ippodromo, sulla quale dovrebbe nascere l'impianto. L'ultima novità è che i terreni sono stati pignorati per via di un vecchio credito bancario - di importo contenuto, 1 milione e 160mila euro - che la Eurnova di Parnasi non ha mai onorato. Ora chiede di riscuoterlo la Penelope SPV srl, una società di cartolarizzazione di crediti. Anche se la storia risaliva al gennaio 2019, in Comune non ne sapevano nulla fino al 2 ottobre, quando la custode giudiziaria, Angela Sapio, ha scritto alla sindaca per informarla che i terreni non sono «nella libera disponibilità» di Eurnova. Rischiano quindi di finire all'asta, c'è una prima udienza fissata il 18 dicembre. Sempre che prima la Eurnova non ripaghi il debito di 1 milione. Scenario che fonti vicine all'operazione ritengono probabile. Anche perché il gruppo del magnate ceco Radovan Vitek ha già raggiunto un accordo per rilevare da Unicredit due società di Parnasi: Capital Dev e Parsitalia per 250 milioni di euro. Altri 50 li spenderà per Eurnova, manca solo il rogito, dopo il preliminare d'acquisto.
Il punto, dicono in Campidoglio, è se Friedkin è ancora convinto dell'operazione Tor di Valle.

Tanti consiglieri M5S sono dubbiosi - per non dire ostili - all'idea di votare la variante urbanistica. Nonostante la volontà di Raggi, la delibera «non arriverà mai in Aula entro Natale. Forse nemmeno a fine consiliatura», è convinto un esponente grillino. Tanti anche ieri hanno riversato il proprio malcontento nelle chat interne.


LA PROPOSTA
Il Pd preme per voltare pagina. Il viceministro all'Ambiente Roberto Morassut, tra i primi a criticare l'operazione sull'ex ippodromo, ieri commentava: «Sarebbe buona cosa chiudere questo inganno di Tor di Valle, una ciclopica illusione per i tifosi e per una società come l'As Roma che merita rispetto per la storia che rappresenta». L'area di Tor di Valle, rimarca Morassut, «comporta enormi problemi non solo per i costi di infrastrutturazione, come è sempre stato chiaro, ma anche per le opere di prevenzione idraulica». E propone: «Il Coni trovi il modo di cedere alla Roma l'Olimpico per ristrutturarlo come un moderno stadio con servizi commerciali e valorizzazioni adeguate. Il Comune ceda il Flaminio alla Lazio per un altro progetto di ristrutturazione e valorizzazione».

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