Sicurezza, vertice sui rom tensione Raggi-prefettura: «Evitare fughe di notizie»

Sicurezza, vertice sui rom tensione Raggi-prefettura: «Evitare fughe di notizie»
di Simone Canettieri e Camilla Mozzetti
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Sabato 6 Aprile 2019, 09:18
«Attenzione a creare allarmi sociali». Si riassume così il monito lanciato dal Prefetto di Roma, Paola Basilone, al Campidoglio dopo quanto accaduto a Torre Maura. Perché l'immagine che ha dato indietro il quartiere di Roma Est dopo l'arrivo di 68 nomadi (tra cui 33 minori) ha messo in fibrillazione tante altre periferie della città, che non sono altro se non delle polveriere pronte ad esplodere per le condizioni a cui sono soggette da tempo.

IL VERTICE
Ieri in Prefettura si è tenuto il Comitato per l'ordine e la sicurezza convocato d'urgenza anche in vista dei cortei che si terranno proprio oggi in quella porzione della Capitale dove la miccia si è accesa lo scorso martedì con l'arrivo, nell'ex clinica di riabilitazione trasformata in centro Sprar di via dei Codirossoni, dei primi nomadi. Durante il Comitato il prefetto Basilone ha preferito non rincarare la dose contro il Campidoglio. Bastano d'altronde le parole pronunciate in questi giorni dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sugli errori compiuti dall'amministrazione capitolina nel gestire quest'operazione. Palazzo Valentini giudica per lo meno ingenua la modalità adottata a Torre Maura da parte di Virginia Raggi ma l'appuntamento di ieri è servito soprattutto a cercare di serrare le fila con la Questura e il Comune. Il timore, infatti, è quello di nuovi disordini o meglio Basilone teme che si inneschi di nuovo il cortocircuito già visto martedì scorso: la fuga di notizie sull'arrivo dei rom e la politica che soffia sul fuoco della protesta aizzando i residenti esasperati delle periferie. Ecco perché è stato il ragionamento della rappresentante del governo a partire da oggi servirà la massima coordinazione tra tutti gli enti per fare in modo che non si ripetano più episodi analoghi.

LE FALLE DEL PIANO
Dopo le rivolte l'amministrazione ha varato un piano di trasferimenti individuando 6 strutture (una a Casalotti, un'altra vicino alla Cassia, una terza vicina a Pineta Sacchetti e poi a Centocelle, Tor Vergata e Centocelle) dove ricollocare i nomadi. Ma il piano seppur conclusosi ieri nel primo pomeriggio ha mostrato tutte le falle dell'amministrazione nella gestione dei trasferimenti: una dozzina e forse più sono le persone che hanno rifiutato le sistemazioni preferendo tornare in strada, o nei campi ancora aperti a Roma dove vivono amici e familiari. Pare che alcuni siano arrivati addirittura a Marino, una cittadina in provincia, piuttosto che accettare le offerte di Roma Capitale. Il motivo? Al Campidoglio la comunità aveva chiesto un'unica soluzione dopo la fine del contratto tra la proprietà dell'edificio di via Toraldo a Torre Angela e il Comune che li aveva obbligati ad arrivare a Torre Maura.

LA DIVISIONE
Ma le proteste dei cittadini hanno fatto desistere l'amministrazione nel trovare un terzo edificio dove locarli, preferendo invece spacchettare i nomadi in gruppi di 5/6 persone a struttura. L'ultimo furgoncino della sala operativa sociale di Roma Capitale è partito da Torre Maura ieri poco dopo le 14 e immediato è stato il grido liberatorio dei residenti che hanno preso le distanze dalla fiaccolata organizzata in zona da Forza Nuova.
Oggi, la giornata più delicata. La Questura ha infatti autorizzato due sit-it che si svolgeranno nel quartiere: il primo di CasaPound si terrà in via Piovanelli, all'angolo con via dei Codirossoni dalle 10 alle 13. Il secondo indetto dalla Cgil Roma a cui aderirà anche l'Anpi e il gruppo di maggioranza M5S in Assemblea capitolina è stato autorizzato a piazzale delle Paradisee. Considerata la vicinanza (i due sit-it si distanziano di soli 600 metri) è stato disposto un controllo capillare dell'area anche perché c'è il rischio infiltrazioni da parte dei centri sociali.
 
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