Roma, i romani bocciano pulizie e buche. «Nei quartieri cinque anni di declino»

Roma, i romani bocciano pulizie e buche. «Nei quartieri cinque anni di declino»
di Fabio Rossi
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Venerdì 14 Agosto 2020, 10:11
Dalla raccolta dei rifiuti insufficiente alla manutenzione cittadina carente: nei quartieri di Roma si vive peggio, rispetto a cinque anni fa, con l'unica eccezione del centro storico. Con un grado di insoddisfazione molto alto in municipi come il V (Prenestino-Centocelle), il XIII (Aurelio), il XIV (Monte Mario) e XI (Portuense-Magliana). È quanto emerge da L'amministrazione a Roma - Indagine sui Municipi: un lavoro svolto dall'Istituto Piepoli, tra duemila cittadini della Capitale, statisticamente divisi per età, sesso e municipio di residenza. I romani, secondo questa indagine, considerano generalmente peggiorata la qualità della loro vita, offrendo l'impressione di una città «che è da un lato esteticamente bella e solenne ma dall'altro particolarmente complessa e specialmente disagevole da vivere», come si legge nella relazione finale.

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LE CRITICHE
I problemi principali riportati dagli intervistati, secondo i risultati dell'indagine, sono «una rete di trasporto insufficiente e inaffidabile legata a doppio filo con una mobilità privata antagonista, una digitalizzazione delle infrastrutture praticamente nulla e mal funzionante, un settore privato che trova le possibilità del territorio poco attrattive e un pubblico latitante, specialmente nei momenti di vero bisogno e nelle zone più colpite».

I PUNTI DEBOLI
A questi temi si aggiungono «una manutenzione e cura del pubblico particolarmente negligente (verde abbandonato a se stesso, sporcizia e spazzatura) e incostante, nonché un supporto al cittadino di amministrazione e servizi pubblici» che si riduce progressivamente man mano che ci si allontana dal centro storico. Dove, peraltro, «la maggior cura è avvertita come a beneficio di ricchi e turisti, a spese dei romani». All'attuale amministrazione capitolina i romani imputano soprattutto «gli ulteriori tagli avvenuti e un certo atteggiamento di ignavia che la ha portata a scegliere di non agire, davanti a scelte che imponevano al contrario di prendere una qualsiasi decisione forte».

LE RICHIESTE
I romani sentono il bisogno di «un sistema di mezzi efficiente, una serie di iniziative e servizi digitali e non che aiutino a ottimizzare i tempi ristretti, una manutenzione e cura che aiuti il cittadino a godere della propria città e una densità abitativa che gli permetta di non spostarsi più del necessario». Tra i bisogni sviluppati durante l'esperienza del lockdown, che potrebbero anche emergere maggiormente in futuro ci sono inoltre «una maggiore attenzione ad attori sensibili quali gli anziani e i bambini».

I TEMI
L'unica area della Capitale dove i cittadini ritengono di vivere meglio, rispetto a cinque anni fa, è il centro storico, con il 56,5 per cento dei residenti che hanno risposto positivamente alle domande poste per realizzare l'indagine, sottolineando come si tratti di una zona «dove i mezzi sono ben collegati, il parcheggio e lo spazio in generale è garantito per i residenti e i controlli vengono effettuati in modo da evitare eccessivo caos». Su una posizione diametralmente opposta gli abitanti di Centocelle e del Prenestino: per il 77,5 per cento degli intervistati la vita è peggiorata, in una situazione in cui si chiede «maggiore controllo e presidio da parte delle forze dell'ordine» anche se, a sorpresa, si apprezza molto la multiculturalità della zona. Nella classifica dell'insoddisfazione segue a ruota l'Aurelio, dove la vivibilità è peggiorata per il 70,5 per cento degli intervistati: lì, in particolare, «viene avvertito come necessario forse un maggiore controllo e solerzia da parte delle istituzioni». Molto negativa anche la percezione dei cittadini di Monte Mario (il 70 per cento di loro vive peggio di cinque anni fa) secondo i quali, tra l'altro, «si rende necessaria la macchina anche per poter fare la spesa e il traffico e la viabilità non consentono una mobilità e un parcheggio sempre semplici».

 
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