Roma, «Un reddito di 6 mesi per i rom»: l'idea M5S per svuotare i campi

Roma, «Un reddito di 6 mesi per i rom»: l'idea M5S per svuotare i campi
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 18 Giugno 2019, 09:55 - Ultimo aggiornamento: 14:20

Un «reddito» per i rom che lasciano i campi della Capitale. Lo chiama così la delegata ai Nomadi di Virginia Raggi, Monica Rossi. La formula sarebbe questa: «Quando un insediamento va smantellato, a chi lascia il campo do una cifra, dopodiché hai sei mesi di tempo per presentare una soluzione. Una specie di reddito incondizionato, obbligatorio, poi chi lo incassa ha un semestre per attivarsi e dimostrare autonomia». È l'ultima idea che circola in Campidoglio per provare a smobilitare le baraccopoli diventate, da anni, ricettacolo di una sfilza di reati: furti, ricettazione, trattamento illegale di rifiuti.

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I «RIENTRI VOLONTARI»
Finora le soluzioni messe in pista dalla giunta stellata non hanno prodotto i risultati sperati. Il piano dei «rimpatri volontari» in Romania ha racimolato pochissime adesioni: sei famiglie appena. Numeri troppo striminziti per sperare che l'operazione si possa replicare su larga scala - gli abitanti degli insediamenti a Roma sono 4mila - anche se il Campidoglio si sta muovendo per stringere accordi con altri Paesi fuori dall'Ue: Bosnia, Albania e Macedonia. Ma è chiaro che la soluzione strutturale dovrà essere un'altra.
Raggi ha fretta di portare a casa risultati. In tre anni da sindaca è riuscita a chiudere solo il Camping River, sulla Tiberina, una scelta praticamente imposta dalla burocrazia, dato che l'appalto alla coop che gestiva il villaggio era scaduto e l'Anticorruzione aveva vietato proroghe. Ora vorrebbe smantellare il campo della Barbuta subito, entro dicembre. Così dice l'ultimo crono-programma dell'Ufficio Speciale Rom. Tocca però capire come arrivare a dama, evitando che gli sgomberati traslochino altrove, dando vita a uno o più campi abusivi.
Ecco allora l'idea del «reddito», suggerito dalla delegata per i Nomadi. Potrebbe rimpiazzare il bonus affitto, cioè il contributo da 800 euro al mese che il Comune aveva proposto di versare a chi trovava una casa, a patto di avere in mano un contratto. Misura naufragata perché pochissimi proprietari di appartamenti hanno accettato di affittare gli immobili a chi proveniva dai campi. Un fiasco, forse non proprio imprevedibile, raccontato di recente dalle carte del dipartimento Politiche Sociali: solo 3 agenzie immobiliari su 62 contattate hanno accettato di collaborare con l'amministrazione. E solo 3 immobili sono stati visionati. Contratti firmati? Zero.

«QUALCOSA VA FATTO»
Col reddito, invece, secondo Monica Rossi, aumenterebbero le possibilità per i nomadi: «Con il contributo i Rom potrebbero finanziare progetti di auto-recupero, per esempio. Penso ai ruderi abbandonati. In altre realtà d'Italia è stato fatto e ha funzionato - sostiene la delegata del Comune - So che il dipartimento Ambiente ha già fatto un protocollo su questo tema». Rossi sa che la misura rischia di essere estremamente «impopolare». Con la destra pronta a soffiare contro. E avrebbe anche «costi elevati». Ma, sostiene la delegata della sindaca, «non esistono soluzioni semplici su questo tema e chi ci critica spesso non fornisce alternative. Certo è che bisogna chiudere i campi, che generano situazioni criminogene e pericolose. E qualcosa bisogna fare».
 

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