Roma, Hotel, 400 sono chiusi: «Ma gli abusivi lavorano»

Federalberghi: «Gli appartamenti per brevi soggiorni operano senza il super Green pass»

Roma, Hotel, 400 sono chiusi: «Ma gli abusivi lavorano»
di Camilla Mozzetti
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Domenica 20 Febbraio 2022, 22:45 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 17:34

Quattrocento strutture ancora chiuse sulle 1.250 censite nella Capitale, una decina gli hotel che solo nel mese di gennaio hanno chiuso i battenti, senza contare l’indotto - tra personale diretto e indiretto - che è rimasto senza lavoro. Sono questi i numeri del comparto alberghiero di Roma a due anni dallo scoppio della pandemia da Covid-19. 


Un settore stremato che arranca e che non si aspetta nessun miglioramento in vista delle prossime festività pasquali quando comunque sarà decretata, su scala nazionale, anche una riduzione delle misure di contenimento del virus.

Di contro le strutture ricettive alternative fuggono regole e controlli. «Ad oggi un hotel su tre è chiuso - commenta il presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli - solo lo scorso mese diverse realtà, anche storiche, hanno deciso di non andare avanti e pure in termini occupazionali il saldo è negativo se contiamo le persone con contratti a tempo determinato che sono rimaste a casa e quelle a cui i contratti a tempo determinato non sono stati rinnovati».

 
L’OCCUPAZIONE
Solo a gennaio si contano a Roma circa 2 mila persone impiegate nel comparto che non si sono viste rinnovare i contratti e complessivamente dal 2020 ad oggi ad andare in fumo sono stati diversi miliardi di mancati incassi. C’era da aspettarselo: «senza turisti e con gli aiuti di fatto fermi al luglio scorso - prosegue Roscioli - andare avanti è sempre più difficile». A pesare di più sulla Capitale - che stando ad un’analisi della Fedealberghi è la città d’arte che più ha sofferto della crisi - l’assenza di un particolare target di turisti, ovvero «i russi e i cinesi - aggiunge ancora il numero uno della Fedealberghi - che non vengono in Italia perché vaccinati con farmaci non riconosciuti dall’Ema». Ora, in vista di Pasqua, le previsioni restano buie. «Stiamo assistendo ad un generale ritorno alla normalità: gli stadi con l’occupazione al 75% le discoteche che riaprono - analizza Roscioli - ma per gli alberghi resta in vigore il Super green pass».

Tutti questi fattori peseranno anche nei prossimi mesi «perché a livello europeo le restrizioni sono molto più basse e chi deciderà di muoversi sceglierà altre destinazioni». In mezzo a questo scenario ecco però che appaiono i paradossi: «Gli appartamenti per i brevi soggiorni - analizza il numero uno degli albergatori - operano senza la richiesta del Super green pass e questo è francamente una delle grandi anomalie del sistema». La Federalberghi ha chiesto un incontro all’amministrazione comunale necessario per richiedere la riduzione dell’imposta di soggiorno e soprattutto per trovare un rimedio - anche sottoforma di rimborso o di sgravio per il futuro - al pagamento della Tari pure da parte di realtà che non hanno lavorato. «Tutti abbiamo pagato la tassa sui rifiuti - conclude Roscioli - compresi quegli hotel che sono chiusi da mesi e questa è un’altra anomalia». 
 

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