Furti nei supermercati durante il lockdown, presa la banda dei Sinti

Furti nei supermercati durante il lockdown, presa la banda dei Sinti
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Sabato 13 Giugno 2020, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 11:37

Erano diventati il terrore dei supermercati a Roma durante il lockdown mettendo a segno almeno sei colpi  a distanza di pochi giorni in tutta la provincia per un bottino di 30 mila euro. Ad incastrarli l'abbigliamento e le immagini delle telecamere di videosorveglianza.  

La banda con base a Tor San Lorenzo è stata finalmente incastrata dai carabinieri: si tratta di 5 persone di etnia Sinti  di età tra i 25 anni e i 45 anni accusate di aver formato una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti ai danni di esercizi commerciali, legati alla grande distribuzione, in cui svaligiavano le casseforti. Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati sono ancora in corso. Non si esclude infatti che i 5 indagati, tutti  con vari precedenti, possano avere messo a segno altri colpi. Il loro obiettivo era quasi sempre la cassaforte dei supermercati ma quando potevano portavano via anche prodotti esposti sugli scaffali. 

TOR SAN LORENZO - La banda aveva la  base operativa a Tor San Lorenzo nel comune di Ardea e si riunivano a casa di uno di loro, il capo. Nell’appartamento venivano progettati i colpi che poi venivano messi a segno in tutta la provincia di Roma. Il gip del Tribunale di Velletri ha evidenziato il fatto che i 5 malviventi non hanno limitato la propria attività criminale neanche durante il recente periodo di emergenza sanitaria.


LA DIFFUSIONE DEL VIRUS - «Particolare non secondario è costituito dal fatto che le condotte sono perdurate nonostante le limitazioni agli spostamenti imposte dal Governo italiano per limitare il fenomeno epidemiologico da COVID-19. Infatti i soggetti, per il perseguimento del fine previsto dall’organizzazione, hanno ignorato tali divieti, continuando a muoversi liberamente all’interno dell’intera provincia romana e favorendo potenzialmente, con la loro condotta, la diffusione della pandemia. Tale ultimo dato rileva la assoluta insensibilità degli indagati a qualsiasi precetto normativo»

INCASTRATI DAI VIDEO - Secondo i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati lo schema d’azione era sempre lo stesso: una volta entrati all’interno dell’esercizio commerciale prescelto i componenti della banda si spartivano i compiti. Uno era addetto a disattivare i congegni di allarme e di video sorveglianza, un altro si preoccupava tramite una radiolina ricetrasmittente di fare da tramite con i pali posizionati all’esterno, mentre un terzo soggetto si occupava di aprire le casseforti, praticando un foro da cui estrarre i soldi. Un elemento caratteristico del sodalizio è dato dall’abbigliamento utilizzato: tutti travisati per evitare di essere riconosciuti, tuttavia sono stati identificati grazie all’analisi dei video di sorveglianza che hanno permesso di notare addosso agli arrestati sempre le stesse combinazioni di vestiti.

I VESTITI DI MARCA - In particolare l’”uniforme” da lavoro del leader del gruppo, R.H., era composta da un giubbetto di una nota marca di abbigliamento che ha permesso di identificarlo in più circostanze. Nel corso della perquisizione all’interno dell’abitazione in uso al capo banda, sono stati trovati arredi di lusso, anch’essi provento di furto, che sono stati restituiti ai legittimi proprietari. C'era anche un televisore 80 pollici, una cucina moderna con isola per cucinare, un divano di grandi dimensioni reclinabile e sedie di design.

 

 
 


 

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