Quasi certamente quell’appartamento lo aveva adocchiato da tempo e alla fine è riuscita ad occuparlo con la figlia minorenne. Dallo scorso luglio una cittadina rom di 40 anni - la stessa immortalata in tanti video mentre aiuta l’amica a portar via le sue cose dalla casa regolarmente assegnata ad Ennio Di Lalla ma occupata abusivamente - vive in una casa di proprietà dell’Inps e non intende andarsene. Via Calpurnio Fiamma, civico 130: a poche centinaia di metri dall’appartamento riassegnato al legittimo inquilino Di Lella ce n’è un altro che la scorsa estate era stato liberato dalla regolare assegnataria ma subito occupato. È stata questione di ore forse qualche giorno dall’uscita dell’anziana al subentro abusivo della rom. E mercoledì l’Istituto nazionale di previdenza sociale si è recato sul posto per verificare lo stato degli immobili di sua proprietà occupati insieme ai militari dell’Arma dei carabinieri.
IL SOPRALLUOGO
Un sopralluogo che ha conclamato l’abuso.
LA SICUREZZA
Nell’appartamento i militari hanno trovato due bombole di gas, una vuota nel corridoio e un’altra in cucina. Servivano alla donna per cucinare. Non solo per sopperire alla mancanza della luce, come hanno potuto accertare i carabinieri, la donna si è allacciata a un contatore estero di elettricità pubblica ed è stata denunciata mentre le bombole sono state sequestrate. Ma resta ancora dentro l’appartamento perché formalmente è necessario un decreto di sgombero per permettere alle forze dell’ordine di intervenire. C’è poi il fatto che l’appartamento diversamente da quello di Ennio Di Lalla è stato occupato mentre era vuoto dunque le pratiche per lo sgombero vanno a rilento.
In via Pasquale del Giudice a Don Bosco la situazione è stata sbloccata con maggiore rapidità ma ora è diverso. Di certo appare singolare come l’occupante abusiva di quella casa sia amica della 40enne che ha preso possesso, senza averne diritto, dell’appartamento dell’Inps situato a una distanza di appena 800 metri. Che ci sia un’unica regia dietro? La domanda se la sono posta anche le forze dell’ordine che hanno avviato una serie di indagini per capire se a Don Bosco come in altri quartieri ci sia una “macchinazione” che permette di individuare immobili sfitti o temporaneamente vuoti da occupare agevolmente. In tutta la Capitale tra gli immobili dell’Ater, quelli del Comune e ancora le case di enti come l’Inps si contano centinaia e centinaia di occupazioni “selvagge”.