Dopo bollette e alimentari, si prospetta una nuova stangata a settembre per le famiglie romane: per i libri scolastici e i materiali di laboratorio dei figli si spenderanno in prospettiva del nuovo anno scolastico fino al 20 per cento in più. Cioè, si rischia di dover pagare oltre 100 euro in più rispetto allo scorso anno. Un salasso, che sta spingendo il Comune ad accelerare sull’unica arma a sua disposizione: «Già da settembre aumenteremo l’entità dei buoni libri per i genitori meno abbienti - fa sapere l’assessora alla Scuola, Chiara Pratelli - Quelli per le medie passeranno da 60 a 100 euro, quelli per le superiori da 140 a 150. Ma contiamo di raddoppiarli entro fine della legislatura».
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Il conto finale
I primi a lanciare l’allarme sono stati Mario Rusconi, presidente dell’associazione presidi del Lazio, e l’Alii, l’associazione dei librai indipendenti.
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Ogni anno le famiglie romane spendono per ognuno dei loro figli alle superiori circa 400 euro per i libri di testo, al netto dei vocabolari. Cifra che sale di oltre 200 euro se consideriamo anche zaini, notebook, abbigliamento e i materiali di laboratorio a carico degli studenti: e sono proprio questi ultimi, con il rincaro delle materie prime, a registrare aumenti anche del 30 per cento. Soltanto nella Capitale il giro d’affari sul fronte dei librai scolastici è intorno ai 70 milioni di euro. Il Comune, utilizzando i fondi regionali, dà un rimborso soltanto alle famiglie con indice Isee di 15mila euro.
Al riguardo in Campidoglio l’assessore Pratelli ha chiesto ai suoi uffici di aumentare le risorse disponibili utilizzando quelle non spese e di provare già da settembre a rafforzare i buoni libri. Come detto, l’incremento maggiore riguarderà le famiglie con figli alle medie. Anche la Regione, che fornisce ai Comuni il grosso dei fondi su questo versante, sta studiando di poter rinnovare le agevolazioni già introdotte, come quelle alle famiglie con cassintegrati a zero ore. Spiega Paola Misino, presidente del Consiglio d’istituto del liceo Newton: «Si potrebbero, senza difficoltà, utilizzare i libri digitali. Ma pochissimi insegnanti lo permettono. Per esperienza personale, l’unico che ho conosciuto era l’insegnante d’italiano di mia figlia al biennio. Poi quando è andata al triennio siamo tornati ai volumi cartacei».