Rifiuti, la frenata di Aprilia: a Roma torna l'emergenza raccolta

Rifiuti, la frenata di Aprilia: a Roma torna l'emergenza raccolta
di Stefania Piras
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Mercoledì 22 Maggio 2019, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 08:51
L'ingorgo è previsto per il fine settimana del due giugno. Perché la raccolta differenziata è già in sofferenza (il sito di Rocca Cencia è pieno come un uovo) e dopo la notizia che gli impianti di trattamento Rida di Aprilia dimezzeranno i flussi di spazzatura romana in entrata, la prospettiva è molto negativa. Ai piani alti di Ama hanno già fatto i conti: «Rimarranno in strada, accanto ai cassonetti 600, 700 tonnellate di rifiuti al giorno».

Rabbia e amarezza sono alle stelle: «Cambi sei amministratori delegati per trovarti in queste condizioni, è assurdo, aggiungo che il Comune è totalmente assente, e abbiamo i bilanci aperti...». Su quei bilanci l'Ama dovrà rispondere domani di fronte alla Corte dei Conti. Ed è effettivamente una bella gatta da pelare, proprio mentre l'assessore all'Ambiente, ovvero la sindaca Virginia Raggi, si trova lontana in Giappone. Situazione stigmatizzata anche in Regione dove si lamentano non poco di «essere rimasti ormai senza interlocutore politico». Cosa è successo? Da l'altro ieri è stato dimezzato il volume dei rifiuti di Roma trattati nel termovalorizzatore gestito dalla Rida Ambiente di Aprilia che gestisce il 20% del fabbisogno di Ama. Rida dichiara di non avere più sbocchi dove dirottare il materiale trattato e smaltito e chiede lumi alla Regione sulle discariche realmente utilizzabili perché «manca un piano di redistribuzione».

I FLUSSI
Ma intanto Rida è costretto a diminuire i flussi in entrata per 3 settimane: passerà da 460 tonnellate circa di rifiuti trattati e smaltiti al giorno a 230 che verranno lasciate ad Ama. «Avevamo precisato che la nostra disponibilità era inderogabilmente legata a un piano di redistribuzione. Tale pianificazione non è arrivata, pertanto, siamo stati costretti a dimezzare le quote in ingresso di Ama presso il nostro impianto a decorrere dal 20 maggio», fanno sapere da Rida Ambiente. Ora è corsa a firmare nuovi contratti per ampliare la disponibilità di altri siti. Questo comporterà un maggiore aggravio di costi. Dal 2013 il costo dei rifiuti è aumentato di 60 euro a tonnellata, in tutto 180 milioni di euro in più all'anno a carico di tutti i residenti del Lazio. Il sistema dei rifiuti è e rimane precario. E l'ennesima emergenza si tradurrà in un disservizio agli utenti finali: più spazzatura non raccolta e accatastata per giorni. Oltre ad Aprilia che ha chiuso le porte, infatti sono da ricordare altre fragilità: dall'altro ieri ha cominciato a ricevere meno rifiuti anche Malagrotta i cui impianti entreranno in manutenzione, passando da 1200 tonnellate al giorno a 750.

Ama ha reagito spiegando che potenzierà l'impianto di Rocca Cencia «spinto alla massima efficienza con presidi continui h24 dell'impianto Tmb», e aumenterà «nelle 24 ore i giri e i prelievi dei materiali della raccolta differenziata (organico, vetro, carta, plastica e metalli) anche al fine di ridurre lo stock di non differenziato da trattare». E poi promette una «rimodulazione giornaliera degli invii ai molti altri siti di trattamento già attivi e contrattualizzati». Perché i rifiuti che non prenderà Rida dovrà prenderseli qualche altro impianto a caro prezzo. L'amministratore unico dell'Ama Massimo Bagatti, nonostante abbia avocato la delega agli impianti, non ha firmato nuovi contratti finora. In queste ore è tornata l'ipotesi del tritovagliatore di Ostia in grado di trattare solo 100 tonnellate al giorno e poco conveniente dal punto di vista politico. E quindi, sarà crisi con l'impianto di Rocca Cencia già pieno «e questa settimana andrà anche peggio».

Quindi la soluzione che verrà servita sarà il grande classico emergenziale e lo spiega una fonte qualificata dell'azienda: «Faranno scoperti mirati che in gergo vuol dire lasciare consapevolmente aree senza raccolta e qualche stazione piena per racimolare spazi vitali a Rocca Cencia». Ma senza gergo e in parole povere? «Praticamente il ponte del due giugno sarà un disastro».
 
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