Ostia ferma, Malagrotta frena: maxi-ponte con l'incubo rifiuti

Ostia ferma, Malagrotta frena: maxi-ponte con l'incubo rifiuti
di Mauro Evangelisti
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Martedì 23 Aprile 2019, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 09:21

Fra due giorni i due impianti di trattamento meccanico biologico (tmb) di Malagrotta rallenteranno. Accetteranno 200 tonnellate di rifiuti in meno al giorno e Roma si ritroverà in difficoltà. Oltre che su un maggior utilizzo degli impianti delle altre province e di quello di Rocca Cencia, l'Ama aveva puntato sulla messa in funzione di un macchinario mobile di sua proprietà: il tritovagliatore di via dei Romagnoli, in un'area del Municipio X di Ostia. Può lavorare circa 150 tonnellate al giorno, ma ora all'orizzonte si affaccia uno spettro: tutti i problemi per avviare quell'impianto non sono ancora stati risolti. In sintesi: un tritovagliatore non è un vero e proprio Tmb, dopo che i rifiuti vengono lavorati devono andare in altri stabilimenti. Se per la parte destinata agli inceneritori ci sono contratti con società di altre regioni, per quella che va stabilizzata, la frazione organica, non si è trovata una soluzione.


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In sintesi: per il 25 aprile il tritovagliatore non sarà pronto a partire. Inoltre, oltre alla prima incognita del meno 200 di Malagrotta, ve ne è una seconda molto più pesante. A fine maggio - magicamente dopo le elezioni europee - Colari (gruppo Cerroni ma guidato da un amministratore giudiziario) renderà ancora più incisiva l'opera di manutenzione dei due impianti di Malagrotta e il quantitativo di rifiuti che non saranno più trattati aumenterà a quota 500 tonnellate giornaliere. In altri termini: da maggio l'Ama dovrà trovare disponibilità aggiuntiva in altri impianti di 500 tonnellate. Per questo non si può fare a meno del tritovagliatore di Ostia: la soluzione prospettata è quella di ricorrere a dei container dove completare il processo di stabilizzazione della frazione organica. Sarebbe più semplice, così, trasportare il compost prodotto. Il problema sarà convincere i cittadini dei territori dove saranno posizionati quei container.

Massimo Bagatti, amministratore di Ama in attesa della nomina del nuovo Cda, è comunque convinto che l'azienda saprà superare questa fase difficile iniziata a Pasqua, che proseguirà fino al Primo maggio e oltre: «Abbiamo siglato accordi con altri impianti, non ci saranno contraccolpi». Nei prossimi dieci giorni inoltre ci saranno delle modifiche nei ruoli dei dirigenti dell'Ama. Bagatti, d'intesa con il Campidoglio, sta lavorando sulla nuova macrostruttura; la sindaca Virginia Raggi in più occasioni ha minacciato il cambiamento di tutti i dirigenti dell'Ama, anche se per ora alle parole non sono mai seguite i fatti. La vera urgenza per Ama è potere assumere i meccanici nelle officine, ma fino a quando non sarà sbloccato il turnover, non si potrà fare. E l'azienda tutt'oggi si trova con l'ultimo bilancio consuntivo approvato datato, addirittura, 2016.
 

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