Rifiuti, scatta l'allerta per i cassonetti rotti: i nuovi non arrivano

Rifiuti, scatta l'allerta per i cassonetti rotti: i nuovi non arrivano
di Francesco Pacifico
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Lunedì 19 Agosto 2019, 12:40
L’ Ama congela la maxigara - valore 9 milioni di euro - per l’acquisto di 12mila cassonetti, lasciata in eredità dall’ex amministratore delegato Lorenzo Bagnacani. Il capitolato doveva essere pronto all’inizio di questo mese, l’iter per lanciare il bando di gara doveva essere concluso già a settembre. All’ultimo Cda gli attuali amministratori hanno deciso di sospendere la fornitura - resa ancora più necessaria visti i tanti contenitori danneggiati o bruciati presenti in città - per valutare se il numero previsto sia adeguato o eccessivo. Pare che si propenda per questa seconda ipotesi, anche perché il costo di un singolo cassonetto in metallo sfiora i 750 euro, mentre quelli in plastica partono da 1.110 euro.

Sempre dai vertici della municipalizzata fanno sapere che si sta già riscrivendo il capitolato di gara per arrivare pronti, già alla fine dell’estate, a fare tutti i passi necessari per lanciare il nuovo bando, nella speranza però di spendere meno. Ma nella decisione della prima linea di Ama, oltre alla voglia di risparmiare, è chiara anche l’intenzione di rivedere gli ambiziosissimi obiettivi sulla raccolta differenziata inseriti nell’ultimo piano industriale. Quello che puntava a portare il livello di conferimento al 70 per cento entro il 2021, contro l’attuale 45,8 registrato negli ultimi mesi.

Negli anni scorsi la giunta Raggi prometteva che avrebbe liberato la Città eterna dai cassonetti, «che non esistono più nelle capitali europee. Sono un elemento di grande degrado». Adesso, dall’azienda controllata dal Comune fanno capire di aspirare a un più credibile 52-55 per cento di raccolta differenziata, consci delle difficoltà che ci sono a Roma di ampliare il porta a porta. Per questo servono più cassonetti - in metallo nelle grande arterie, in plastiche nelle viette meno accessibili - anche perché degli oltre 63mila installati nella Città eterna almeno un quarto sono in pessime condizioni. Senza dimenticare che lo scorso anno ne sono stati bruciati e sfaciati oltre 600 (dei quali 150 soltanto nel VII Municipio), mentre quest’anno il bollettino di guerra parla soltanto nel primo semestre di 250 incendiati, con un danno per l’ Ama pari a 200mila euro.

Proprio gli atti di vandalismo rallentano una migliore raccolta della differenziata e mettono a dura prova anche gli addetti dell’ Ama. Da mesi, sulle pagine dei social e sulle chat dei dipendenti in strada, ci si lamenta che i contenitori bruciati spesso vengano sostituiti in tempi biblici o non sostituiti affatto, lasciando molte vie della città scoperte. Dall’azienda spiegano che i ritardi sono figli del combinato disposto tra regole molto stringenti per lo smaltimento dei contenitori e delle immondizia bruciati - sono rifiuti speciali e per questo devono restare “fermi” una ventina di giorni prima di essere trasferiti - e l’opera non sempre repentina delle ditte esterne, che dovrebbero toglierli dalle strade e portarli in impianti ad hoc.

«Resta il fatto - conclude amaro un netturbino - che restano dove sono stati bruciati, la gente incurante della cosa continua a buttare l’immondizia e noi siamo costretti a maneggiare materiale pericoloso.
Senza parlare dei tantissimi cassonetti danneggiati, spaccati o ai quali mancano le ruote. Facciamo uno sforzo disumano per il trasbordo, visto che i camion con il braccio meccanico laterale fanno fatica a caricarli in questi condizioni».
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