Riapre in via Merulana Palazzo Brancaccio, avrà il nome della sua mecenate

Riapre in via Merulana Palazzo Brancaccio, avrà il nome della sua mecenate
di di Laura Larcan
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Martedì 24 Settembre 2019, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 12:25
La più contenta sarebbe stata lei, Elizabeth Field, la dama di compagnia della Regina Margherita. Il monumentale edificio su via Merulana, che la tradizione ci ha consegnato come il Brancaccio, riavrà proprio il suo nome, Field, che affonda le radici alla fine dell’Ottocento. Una scelta fatta col cuore (non foss’altro per tutti i documenti storici di costruzione che ne attestano il titolo), per ricordare questa donna newyorkese bellissima e ricchissima che sposò nel 1870 a Parigi il Principe Salvatore Brancaccio e a Roma volle finanziare la costruzione dell’ultimo grande palazzo nobiliare. Palazzo Field, dunque, sta per prendersi la sua rivincita. I lavori fervono in questi giorni, ancora l’ultima tranche di ritocchi per l’allestimento e farà la sua rentrée sulla scena romana. Da mettere in agenda, il 26 ottobre, con un progetto espositivo di un mese legato alla moda nel cinema (“A.I. Artisanal Intelligence”) nell’ambito della rassegna Videocittà.
Una riapertura importante. Il titanico portale colonnato su via Merulana era stato chiuso il 31 ottobre del 2017. All’epoca il Museo statale d’Arte Orientale lasciava i fasti dei saloni al primo piano nobile dopo un soggiorno durato quasi sessant’anni, per traslocare nei grandi spazi del Museo preistorico Pigorini all’Eur. È stata la famiglia Azzarone a rilevare il Palazzo, iniziando una serie di interventi di riqualificazione, puntando molto sulla destinazione museale del luogo, con l’idea di ricucire idealmente la storia di Palazzo Field con la strada e il rione. Gli spazi - parliamo di 1800 metri quadrati - sono pronti per essere restituiti al pubblico, svelando uno dei più grandi complessi architettonici di Roma per l’arte contemporanea e per iniziative versatili. Perfetto pendant, verrebbe da dire, del vicino Palazzo Merulana: realtà che ancora di più sembrano rilanciare questa storica strada. Videocittà ne terrà a battesimo il debutto. Poi, da gennaio sarà accessibile in modo permanente con una programmazione di eventi culturali. Palazzo Field sperimenterà, tra l’altro, un’apertura insolita dal pomeriggio fino a tarda notte per garantire a cittadini e turisti la possibilità di vedere luoghi e opere d’arte fino a tardi. Spazio mostre, museo e caffetteria. Qui, d’altronde, la storia è ricca. Elizabeth Field («il più bel gioiello della mia corona», la definiva la Regina) lo ideò.
Gli architetti Luca Carimini e Gaetano Koch, e l’artista Francesco Gai poi crearono una vera visione una collina incantata all’interno del Colle Oppio, confinante con le Sette Sale di Traiano, un giardino con specie rare e animali esotici. Una sorta di micro città nella città. «Il Palazzo, che con la sua mole domina via Merulana - racconta Simone Ferrari che con Alessandro Toffoli fa parte del team creativo - è un vero e proprio percorso nella decorazione europea fin de siecle al servizio di una illustre coppia di principi votati alla vita sociale». Le alterne vicende della famiglia portano a preservare parte del Palazzo e invece ad affittare il primo piano nobile che diventerà sede temporanea del Museo. Cosa si vede oggi? Lo spirito autentico di una grandeur europea che guarda alla Londra regency o alla Parigi di Napoleone III (e perfino alla New York della rivoluzione industriale): dall’atrio con un ninfeo sullo sfondo, allo scalone colossale, ai soffitti dei saloni decorati con dipinti e stucchi dorati, al gioco prospettico di finestre, finalmente riaperte in sequenza, che restituiscono luce e affacci inediti: sul giardino gioiello e su via Merulana. Cosa colpisce di questo luogo? «La percezione della grandezza, di spazi enormi, di cui s’era persa memoria», riflette Simone Ferrari. I grandi saloni delle feste sono pronti a diventare spazi per le mostre e luoghi museo di se stessi come la suggestiva Sala dell’Alcova, il Salottino argentato. «L’obiettivo è di restituire a Roma un polo storico culturale in pieno centro - spiega Andrea Azzarone - Il primo e secondo piano nobile saranno visitabili in connessione con il giardino, con l’idea di offrire un parco per l’arte e la storia».
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