Covid, ecco "Oltre 200 metri", il cammino di Chiara per «riattivare l'energia della linea italiana di San Michele»

Chiara Genova
di Laura Bogliolo
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Domenica 19 Luglio 2020, 12:57 - Ultimo aggiornamento: 13:33

«Qui sono tutto e niente, sto camminando per me e per tutti, senza lo specchio della società, lo stress delle prestazioni, ho la sensazione di poter sparire con serenità». Camminava in campagna e la sua energia si è fusa con quella della natura, non era né fiamma, né cenere: semplicemente esisteva.

Parlare con Chiara Genova, 50 anni, ti fa abbandonare ogni difesa e ti aiuta a navigare nelle acque interiori, a volte calme, troppo spesso agitate. Duecentro metri. Era la lunghezza che poteva percorrere uscendo di casa durante il lockdown. «E' stato tremendo» racconta. 

«Avevo bisogno di energizzare me stessa, così ho pensato di mettermi in cammino seguendo la linea ideale che unisce i santuari di San Michele Arcangelo, dall'Irlanda fino al Monastero del Monte Carmelo ad Haifa». Il suo obiettivo è «riattivare l'energia della linea italiana di San Michele».

Chiara vive in Merate, in provincia di Lecco, ed è partita il 5 giugno dalla Sacra di San Michele in Val Susa: prima in compagnia del marito e di due amiche, poi anche da sola. Ha creato il blog "Oltre i duecento metri" (https://oltrei200metri.altervista.org/dove racconta «in modo profondo il mio vissuto i passaggi di crescita che mi fa fare questo cammino».  Il progetto, spiega nel suo blog «nasce dalla sofferenza di tutto il paese per i morti, per i malati, per la perdita di lavoro e ricchezza, per il dolore dei bambini chiusi in casa, degli adolescenti che non hanno potuto dare baci, dei nonni che non hanno potuto abbracciare»

«Per circa due settimane ho camminato in solitudine, ho dormito in tenda, anche perché molti ostelli e bed and breakfast erano ancora chiusi a causa del coronavirus». Oggi è Roma, questa mattina stava visitando la basilica di San Giovanni e questa sera riparte il suo cammino che terminerà sul Gargano, al Santuario di San Michele Arcangelo. «Andrò prima a Celano, dove c'è il canyon più lungo d'Italia, tra L'Aquila e Sulmona, poi fino alla Puglia e chiunque vuole può unirsi a me nel cammino». 

Tra i momenti più belli vissuti, quelli mentre camminava a Radicofani, «un paesino arroccato su un cono vulcanico in mezzo a colline brulle, e poi a Monteriggioni, vicino Siena dove ti senti in un posto incantato insieme a cavalieri». Osservando le città ha visto anche tanta tristezza. «Desolazione per il coronavirus».

Arrivando a Roma ha amato «il parco di Vejo, poi la via Francigena purtroppo è nel degrado, sulla Cassia ad esempio dove è impossibile camminare». Aveva già fatto il Cammino di Santiago e spiega: «Ma io amo l'Italia, sono religioso? Prima sì, ora credo nel divino che è in ognuno di noi e in ogni cosa...»

Chiara continuerà a camminare, a risvegliare «l'energia della linea italiana di San Michele» e prova sempre a trovarsi «nel posto giusto», quello interiore ovviamente. «Insegnavo all'Università psicologia sociale, poi ho cambiato la mia vita perché non mi sentivo nel posto giusto, ora sono counselor olistica e chissà... quando finirò questo cammino magari cambierò di nuovo...».


 
 

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