Porta Pinciana, l'arte di Erwin Wurm debutta nel degrado: erbacce e rifiuti rovinano lo scenario della mostra

Porta Pinciana, l'arte di Erwin Wurm debutta nel degrado: erbacce e rifiuti rovinano lo scenario della mostra
di Laura Bogliolo
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Martedì 21 Settembre 2021, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 15:27

L'arte fa tappa a largo Federico Fellini, ma la scenografia deludente della città non cambia. Il ciak del Maestro non c'è, l'opera di Dante Ferretti neanche. Davanti ad erbacce che sfidano Porta Pinciana e rifiuti che minacciano ogni passo, chissà se Fellini avrebbe mantenuto la voglia di tratteggiare sul tovagliolo di un bar di via Veneto una delle sue fantastiche visioni.
L'erba alta, male che ormai è diventato endemico nella Capitale, e il degrado rovinano lo scenario dove nasce l'ultima straordinaria installazione promossa dal Comune che a breve trionferà tra Porta Pinciana e via Veneto. «Tra realtà e inganno», così vengono spesso definite le opere di Erwin Wurm, l'artista austriaco che dal 25 settembre celebra nella Capitale La grande madre: il cantiere è stato aperto da poco, ma già si intravvede una enorme borsa dell'acqua calda. Si animerà e sarà un omaggio all'amore materno e alla cura dei bambini.

Erwin Wurm, l'arte rovinata dal degrado

 

L'installazione, promossa dall'assessorato alla Crescita culturale del Comune e dalla Sovrintendenza capitolina, sarà visibile fino al 14 novembre.

Svetterà incorniciata dall'arco di Porta Pinciana. Ed è qui che nascono i problemi, tra le infestanti che minacciano il monumento, le erbacce che sfidano, vincendo, i marciapiedi e la sporcizia lungo gli angoli della strada.

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Non è semplice neanche oltrepassare gli archi, tra marciapiedi inesistenti, bottiglie di alcol abbandonate sul ciglio della strada e quelle voragini diventate ormai tristi compagne delle passeggiate romane.
Insomma, nella Città Eterna si ha sempre di più l'impressione che manchi quello scatto in più per arrivare al traguardo sognato di una Capitale in grado di risollevarsi e oscurare con l'arte quegli angoli di degrado che pullulano anche in luoghi illustri. E non serve il fotofinish per capire chi, ancora una volta, abbia vinto. Nella gara tra degrado e decoro, anche nel cuore della Dolce Vita, trionfa quell'abbandono che non può essere ignorato, né giustificato. La forte inclinazione verso l'abbandono di siti preziosi non perdona e infetta ormai da tempo anche Porta Pinciana.

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LA PROTESTA
«Prima dovrebbero pensare a pulire quello che c'è, avviare una manutenzione ordinaria degna di questa città - dice Pietro Lepore, proprietario del leggendario Harry's Bar di via Veneto, cavaliere della Repubblica Italiana - sulle Mura Aureliane crescono erbacce che sono diventate alberelli, c'è sporcizia per le strade e sui marciapiedi anche nelle vie vicine». Lepore spiega: «Su via Pinciana e via Ludovisi c'è di tutto, i marciapiedi sono impraticabili, ormai cresce una selva e nessuno pulisce: non voglio fare attacchi, ma la strada, anzi, il quartiere della Dolce Vita meritano di più». E indica il monumento ai caduti del quartiere Ludovisi durante la II Guerra Mondiali: «Vede? Ci sono erbacce ormai diventate secche, eppure con poco tempo e impegno potrebbero essere strappate vie. Prima di realizzare l'installazione - aggiunge - e aprire il cantiere avrebbe dovuto pensare alle strade e alla loro pulizia».

 

Amarezza, è il sentimento che piomba nel cuore ascoltando le parole di Lepore, parole non molto diverse da quelle dei residenti. «Non c'è la cura del verde in questa città, si prova dolore nel vedere come l'abbandono arrivi così facilmente anche nel cuore del centro storico - denuncia Paolo Peroso, presidente dell'associazione Amici di Porta Pia - c'è degrado ovunque lungo le Mura Aureliane: erba alta, cumuli di rifiuti, e quando si trovano porzioni pulite ci si sente sollevati, purtroppo molti sono assuefatti alla sporcizia, al brutto, invece, una città pulita, ordinata, induce tutti a rispettare di più le regole». La speranza è che l'arte di Erwin Wurm accenda un faro su Porta Pinciana e sia utile anche a valorizzare un quadrante che appare sempre più abbandonato.
 

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