La strana fretta del Campidoglio: i lavori lampo complicano l’indagine

La strana fretta del Campidoglio: i lavori lampo complicano l’indagine
di Camilla Mozzetti
4 Minuti di Lettura
Venerdì 26 Luglio 2019, 00:32 - Ultimo aggiornamento: 08:21

Un intervento lampo a coprire una buca che potrebbe aver provocato la morte di Edoardo Giannini. Il Campidoglio sbaraglia tutti coprendo in tempi “record” la voragine finita al centro dell’incidente mortale avvenuto martedì notte sulla Circonvallazione Nomentana. La Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, dovrà ora indagare avendo di fronte una scena di fatto “inquinata”. È solo un caso? Il giovane Giannini muore mercoledì mattina alle 7.20 all’ospedale Umberto I. Gli operai – e un video lo dimostra – riparano la buca sulla Circonvallazione con una tempestività inattesa: dopo neanche 6 ore dal dramma. Questi i fatti. Ma sorge almeno un dubbio: siamo sicuri che la velocità dell’amministrazione sia riconducibile solo all’urgenza di mettere in sicurezza un tratto molto trafficato? Se l’equazione “buche-incidenti-riparazioni” venisse rispettata sempre, con la stessa velocità d’intervento con cui gli operai hanno coperto la voragine, che potrebbe aver provocato la morte del motociclista 23enne, a Roma ci sarebbero strade perfette e un indice decrescente di sinistri.
 

 

Ma questa non è la prassi adottata dal Campidoglio che, in media, impiega invece mesi per riparare una buca. Restano celebri le urgenze di un tratto “maledetto” – quello appunto della Tangenziale Est- Circonvallazione Nomentana – dopo la nevicata “eccezionale” del 26 febbraio 2018. Decine e decine di buche e voragini si aprirono sull’asfalto ma ci vollero mesi prima che il Campidoglio sbloccasse gli interventi di recupero. E invece due giorni fa c’è stata una tempestività da manuale, quasi ineccepibile, e per questo inevitabilmente sospetta perché complica le indagini su un incidente in cui ha perso la vita l’ennesimo ragazzo. Sotto la lente degli investigatori c’è proprio quella voragine su cui si è precipitata la ditta designata dal Campidoglio per la manutenzione della grande viabilità a coprire il dislivello e persino i rilievi dei vigili urbani. 

L’INTERVENTO
Quella buca, poi, era stata riparata solo lo scorso giugno. Ma l’intervento non sembra che sia stato eseguito in modo corretto. Tanto che l’asfalto è tornato a sgretolarsi in meno di 30 giorni. Su quella buca, oggi, mentre una famiglia dovrà vestire per l’ultima volta il proprio figlio, si sarebbero potute compiere tutta una serie di perizie che, tuttavia, allo stato attuale saranno impossibili da svolgere. Quando Elena Aubry, un’altra giovane ragazza romana in sella alla sua moto, morì nel maggio del 2018 su un’altra strada della Capitale – la via Ostiense – furono svolte almeno 4 perizie e quel tratto urbano non fu mai toccato. Da nessun operaio e da nessuna ditta. Rimase intonso a disposizione della Procura per svolgere gli accertamenti del caso. Invece questa volta no, questa volta si è coperto tutto. Una colata di asfalto e via. L’amministrazione potrebbe giustificarsi dicendo che il ragazzo non è morto sul posto la notte di martedì e che dunque non è arrivato il magistrato di turno sul posto a sequestrare l’area. Ma può bastare questo per giustificare quella che a tutti gli effetti rappresenta l’alterazione della una scena di un sinistro? E i rilievi fatti dai vigili urbani sono così puntuali per ricostruire con esattezza la dinamica, le distanze, le possibili cause che hanno portato alla morte un giovane di soli 23 anni? Non di certo l’unico che a Roma è scomparso in seguito a un incidente stradale. 

INCIDENTI IN CRESCITA
Sarà un caso ma dal primo gennaio al 20 giugno di quest’anno gli scontri che hanno coinvolto i mezzi a due ruote nella Città eterna sono lievemente aumentati, rispetto allo stesso periodo del 2018, passando da 3.632 a 3.657. Tra le diverse dinamiche riscontrate dai vigili nei sinistri in cui sono rimasti coinvolti i motociclisti, il 20% è da imputare alla presenza di ostacoli, tra cui rientrano le buche. Mentre i lavori procedono con molta fatica. Gli appalti in vigore fino allo scorso anno sono scaduti. Bandite – con fatica – le nuove gare per la manutenzione della viabilità principale, (ossia gli 800 chilometri di strade di diretta competenza del Campidoglio), gli affidamenti sono stati ritardati da alcuni ricorsi al Tar presentati da alcune ditte che avevano perso il concorso.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA