Beffa nuovi bus: fermi a Bologna. Metro A, slitta la riapertura di Repubblica

Beffa nuovi bus: fermi a Bologna. Metro A, slitta la riapertura di Repubblica
di Lorenzo De Cicco e Stefania Piras
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Sabato 15 Giugno 2019, 08:28

L'Atac ha un disperato bisogno di nuovi bus, dato che quelli vecchi cadono a pezzi. Eppure quasi 50 mezzi freschi di fabbrica, già comprati, sono fermi in un deposito a Bologna. Sarebbero utilissimi per rimpolpare le corse che oggi si reggono, causa guasti, su una flotta più che dimezzata. Ma manca, da settimane, un banale passaggio burocratico: la cessione delle vetture dal Campidoglio alla sua controllata. La giunta di Virginia Raggi non è riuscita a trovare una formula, che sia una donazione o un comodato d'uso. Se n'è discusso l'altro ieri, quando in gran segreto il presidente e ad dell'Atac, Paolo Simioni, è salito in Campidoglio per conferire con la sindaca. Ma la soluzione non si è trovata. E allora continuano i problemi.

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ROTTI I BUS SEMI-NUOVI
All'una di pomeriggio di ieri circolavano solo 640 bus, contro i 1.300 programmati. Risultato: 15 linee soppresse, tra cui la 089, dove viaggiano alcuni veicoli semi-nuovi, appena noleggiati. Ma il grosso dei disservizi è dovuto al parco mezzi obsoleto. Il Comune un anno fa ha ordinato 227 navette, prodotte in Turchia. Le prime 50 sono arrivate in Italia ma all'Atac ancora non ne hanno vista una. Altro tarlo: i bus noleggiati da Israele. Dopo i problemi con la Motorizzazione, l'azienda n ha deciso di risolvere il contratto, chiedendo indietro mezzo milione già dato in anticipo.
Il record di guasti è stato affrontato ieri dalla Commissione Mobilità del Campidoglio. Si è venuto a sapere che ogni giorno, in media, all'Atac vanno ko 200 climatizzatori, il 20% dei guasti totali. La municipalizzata ha detto di riuscire a riparare 60 impianti al giorno. Ma con una flotta così vetusta è come svuotare il mare con un secchiello.

L'ATTACCO DEL COMUNE
Servono i bus nuovi. Subito. Come chiedono anche i commissari del concordato. Non tutti nel M5S la pensano così. Secondo Pietro Calabrese, presidente della Commissione Trasporti, «bisogna intervenire, il problema non è giustificabile con l'età della flotta».
Sul fronte metro A e stazioni chiuse, mentre Dario Nanni, coordinatore di Italia in Comune ha depositato un esposto alla Corte dei Conti per un possibile danno erariale da mancati incassi, l'unica ancora di salvezza per avere una tutela, come nelle emergenze di ordine pubblico, è diventata il prefetto Gerarda Pantalone. Hanno incontrato lei, ieri, i commercianti di piazza Repubblica. Il prefetto ha garantito che vigilerà sulle date di riapertura delle stazioni. Il Comune però ha comunicato che dal 9 maggio scorso occorrono almeno otto settimane per rimettere in funzione le scale mobili e quindi per riattivare le fermate. Si tratta delle stesse otto settimane di cui aveva parlato Franco Middei, manager Atac, durante la commissione Trasparenza in Comune. La sera del 9 giugno, in diretta tv, i vertici di Atac avevano indicato tempi più rapidi: si riapre la prossima settimana. Alla prefettura risulta invece la data del 9 luglio, comunicata con una nota ufficiale del Comune. Unica buona notizia: è stato differito, sempre su invito di Pantalone, lo sciopero del prossimo 20 giugno, che avrebbe coinciso col concorsone dei navigator per il reddito di cittadinanza.
 

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