Il vaso rinascimentale va al museo di Guidonia: «L'eredità è indivisibile»

I fratelli Ciarletta lo doneranno al “Rodolfo Lanciani”

Il vaso rinascimentale va al museo di Guidonia: «L'eredità è indivisibile»
di Elena Ceravolo
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Lunedì 5 Settembre 2022, 22:30 - Ultimo aggiornamento: 23:28

Ciascuno dei figli e dei nipoti avrebbe voluto tenere in casa propria il vaso del 500 appartenuto agli amatissimi nonni, Aleandro e Natalina, morti quest’anno a Guidonia a distanza di pochi mesi a 101 e 93 anni. Un ostacolo che la famiglia Ciarletta ha aggirato con una saggia decisione: la preziosa anfora rinascimentale è stata donata al museo archeologico “Rodolfo Lanciani” di Montecelio. “Così lo potranno sempre vedere tutti e la memoria dei nostri genitori si conserverà per sempre”, hanno detto i quattro figli Antonio, Claudia, Massimo e Paola consegnando il vaso all’archeologa Maria Sperandio, ispettore onorario della Soprintendenza per la tutela dei beni archeologici, architettonici e artistici di zona. 


LA COLLEZIONE
“Una bellissima decisione – sottolinea la prof Sperandio, che con i volontari del “Gruppo archeologico latino” si occupa di restauri e visite guidate al museo – che arricchisce la collezione di antichità del Lanciani e valorizza la memoria di una famiglia che, per 120 anni, ha vissuto nascita dopo nascita intorno a questo speciale arredo”. Aleandro Ciarletta e Natalina Tuzi dai quattro figli hanno avuto dodici nipoti e quattordici pronipoti. E la brocca, arrivata come un colpo di fortuna, era considerata “una” di famiglia.


I bisnonni dei Ciarletta, nei primi anni del 900, in arrivo dall’Abruzzo, comprarono una cantina nel borgo, in via delle Ringhiere. Tra le cianfrusaglie rimaste lì chissà da quando spuntò la bellissima anfora. Da allora ha accompagnato la vita delle generazioni successive ed è stata custodita gelosamente “resistendo” anche alle offerte di qualche antiquario. “Una brocca rinascimentale di due due litri con pippio – spiega la prof Sperandio - usato per il vino.

Passato miracolosamente indenne lungo oltre quattro secoli, è stato trovato intatto, compresa la colorata decorazione esterna”. Si aggiungerà alla sezione del vasellame antico con tanto di targa alla memoria perenne: “Dono di Aleandro Ciarletta, Natalina Tuzi e figli”. Tradizione ed emozione si mescolano in questa storia. Una buona pratica che potrà essere incrementata nel prossimo futuro, visto che sta per partire il progetto di raddoppio dell’area espositiva del museo Lanciani. Il piano prevede che gli spazi destinati alla collezione di antichità possa espandersi al piano superiore del complesso monumentale dell’ex museo del San Michele.


IL PROGETTO
L’ultimo pregiato reperto esposto, qualche mese fa, dopo un accurato restauro è stato il busto-ritratto in marmo dell’imperatore Settimio Severo proveniente da scavi clandestini nel parco dell’Inviolata di Guidonia e recuperato nel 2018 dalla Guardia di Finanza. Prossimo evento in programma sarà una mostra sui riti funebri con l’esposizione dei ricchi corredi (IV sec. a.C.-II d.C.) rinvenuti sul territorio comunale, esattamente nei sepolcreti della Selciatella, di Martellona e nel cantiere del raddoppio di via Tiburtina.
 

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