Guidonia, scendono in picchiata gli introiti delle tasse locali. Il Comune: «Effetto Covid»

La piazza sede del Comune di Guidonia
di Elena Ceravolo
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Sabato 18 Settembre 2021, 18:06

Scendono in picchiata a Guidonia a causa dell’epidemia di Covid gli introiti delle tasse locali. Un effetto imponente dell'epidemia di Coronavirus. L’emergenza e la crisi nella città più grande della provincia dopo Roma sono costate al Comune almeno 10 milioni di euro in termini di mancati introiti da tasse locali. La percentuale media di entrate, tra il 2018 e il 2019, si era assestata intorno al 65 per cento di quanto previsto, mentre nel 2020 è scesa al 52 per cento. Se fino a due anni fa tasse e contributi realmente pagati al Municipio oscillavano tra i 38 e i 36 milioni, nel 2020, primo anno della pandemia, la cifra è crollata a 26 milioni. Un guaio.
I dati sono stati divulgati dall’assessore alle Finanze Nicola Sciarra giovedì pomeriggio durante il Consiglio comunale che avrebbe dovuto approvare il rendiconto al bilancio 2020. Un documento finanziario rimasto però al momento sul “binario morto” per mancanza del numero legale durante la seduta. Si attende una nuova convocazione e il problema non è da poco: il Comune guidato dai Cinque Stelle ha ricevuto una diffida dal Prefetto di Roma perché sono stati superati i tempi (i termini) previsti dalla legge per l’approvazione del documento finanziario.
«Siamo andati lunghi – ammette Sciarra – perché vogliamo verificare attentamente i numeri. Il passaggio del rendiconto è delicato: bisogna illustrare quello che l’ente ha fatto con le risorse. Come le ha acquisite e come le ha utilizzate». La tassa che più ha risentito - nel gettito - dell’emergenza sanitaria è stata quella sulla spazzatura, la Tari: dai quasi 9 milioni del 2019 si è passati ai 4,5 del 2020 con una differenza in meno di quasi quattro milioni. In lista d’attesa è finito anche il piano triennale di recupero dell’evasione sull’Imu: nel 2019 si era arrivati a sette milioni e 351 mila euro, nel 2020 ci si è fermati a meno di due milioni e 300 mila.
Un dato positivo: nel 2020 è proseguito il trend di risanamento dal maxi-debito emerso nel 2015 che ha costretto il Comune a chiedere un prestito di 26 milioni attingendo ai fondi messi a disposizione dallo Stato per gli enti a rischio stabilità finanziaria. Il disavanzo, che sei anni fa ammontava a 56 milioni, nel 2020 si è assestato a 33 milioni, con un miglioramento rispetto al 2029 di più di due milioni e mezzo. «Nel 2020 – aggiunge l’assessore – abbiamo dovuto fare i conti con l’emergenza sanitaria ed economica. Le entrate, rispetto alla tendenza, hanno subito una flessione importante. La pandemia ha imposto grossi limiti all’attività di recupero dei crediti a causa dei provvedimenti presi per agevolare la vita dei cittadini».
Ma, a fronte del calo delle entrate, i livelli di pagamenti da parte del Comune sono costanti.

Nel 2020 è stato saldato il 60 per cento degli impegni economici assunti, un punto in più rispetto al 2019. «La capacità del Municipio di pagare i debiti – affermano a Palazzo Guidoni – è salita di dieci punti percentuali rispetto al 2017». La sfida ora è incrementare le riscossioni. La scarsa capacità di recupero porta il Comune a dover accantonare decine di milioni di euro nel «fondo crediti di dubbia esigibilità», un ulteriore grattacapo.

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