Colpi davanti al Viminale, preso il baby-rapinatore: terrorizzava i cassieri armato di coltello

Colpi davanti al Viminale, preso il baby-rapinatore: terrorizzava i cassieri armato di coltello
di Paolo Chiriatti
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Martedì 28 Settembre 2021, 09:31

Le rapine messe a segno nei supermercati puntando il coltello alla gola dei cassieri non erano un modo per farsi accettare dal branco. V.E.C., nato 16 anni fa alle porte di Roma, era un solitario, capace di colpire nelle zone più sicure. Tre i colpi messi a segno tra luglio e settembre, davanti al ministero dell'Interno, alla Questura e al commissariato Viminale. Aveva sempre con sé una maglietta rivoltata e usata come passamontagna, che poi indossava per non farsi riconoscere. Il cellulare lo spegneva un quarto d'ora prima e un quarto d'ora dopo i colpi per evitare di agganciare le celle telefoniche in prossimità delle zone colpite. Lo riaccendeva solo quando era al sicuro sul treno che lo avrebbe riportato a casa, confuso tra la folla di pendolari di Termini. L'ultima rapina ha però messo gli investigatori sulla pista giusta.

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LE INDAGINI
Il ragazzino il 18 settembre aveva puntato il coltello alla gola di una cassiera della Coop di via Cavour, poi aveva strattonato un altro dipendente puntandogli la lama al petto.

Si era allontanato a piedi con una busta della spesa contenente 600 euro arraffati dalle casse: si era cambiato d'abito in via Manin, per poi infilarsi in stazione. Gli agenti della squadra investigativa del commissariato Viminale, diretto da Mauro Baroni, hanno raccolto la denuncia e scansionato le immagini. Nonostante i fotogrammi nitidi, la freddezza e gli accorgimenti del minorenne non hanno reso le cose facili. Gli investigatori hanno allora esaminato tutte le rapine nei supermarket messe a segno negli ultimi mesi. Sulle decine di casi è emerso quello giusto: un colpo messo a segno da un ragazzino in un supermercato a Cipro con modalità identiche, finito con l'arresto del minorenne da parte dei carabinieri. Lui all'epoca aveva 15 anni ed era stato condannato all'obbligo di permanenza in casa. Poteva uscire di giorno per frequentare l'istituto superiore in zona Ostiense dove è iscritto, ma aveva l'obbligo di passare la notte a casa con la madre a Zagarolo. Gli agenti sono risaliti ad altri due colpi, uno messo a segno lo scorso 31 luglio davanti al ministero dell'Interno, tra via del Viminale e via Napoli: bottino 500 euro. L'altro in via Quattro Fontane, al supermarket Pam, davanti via di San Vitale, gli aveva fruttato 300 euro. A quel punto gli agenti sono tornati sulle immagini di tutte le rapine, scoprendo che nelle ultime tre il ragazzo indossava sempre lo stesso paio di scarpe e accessori costosi, facilmente riconoscibili. Lo scorso lunedì hanno atteso che uscisse da scuola e lo hanno accompagnato a casa. Nel cassetto gli hanno trovato il coltello utilizzato per i colpi, le particolari calzature e la maglietta nera usata come passamontagna. Tutto sotto lo sguardo rassegnato della madre, originaria della Romania. La donna, che lavora tutto il giorno come donna delle pulizie per tirare su il suo unico figlio dopo essersi separata dal marito, è scoppiata in lacrime. Lui davanti agli investigatori non ha proferito parola davanti all'accusa di rapina aggravata e continuata. Dopo la convalida dell'arresto è stato trasferito al centro per i minori di via Virginia Agnelli.

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