Castelli, la ribellione dei ristoranti: «I divieti di spostamento a Natale ci annientano»

La chef di Genzano Daniela Mancini
di Luigi Jovino
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Sabato 5 Dicembre 2020, 15:17

Sono letteralmente in rivolta i ristoratori del territorio dei Castelli Romani. I titolari di ristoranti, trattorie e fraschette contestano in coro, increduli, le decisioni assunte dal Governo Conte che vietano - tra un Comune e l’altro - gli spostamenti di persone nei giorni di Natale, Santo Stefano, Capodanno ed Epifania. Per Frascati, Marino, Genzano, Velletri e soprattutto Grottaferrata (che ha da sola quasi cento locali) è una «mazzata senza senso e senza precedenti». Migliaia di prenotazioni, in base ai nuovi divieti, dovranno essere annullate. I clienti non potranno venire da Roma e in centinaia di casi, a volte per poche decine di metri, non potranno raggiungere il locale preferito. Una perdita enorme per un settore decisivo dell’economia locale già piegato dall’epidemia.
«Siamo alla farsa – dice Massimo Pulicati, presidente dell’associazione ristoratori di Grottaferrata - Il territorio dei Castelli ha lo stesso numero di abitanti di una circoscrizione di Roma, in cui a Natale si potrà circolare liberamente, mentre da noi sarà vietato lo spostamento tra una città e l’altra. Tutto ciò è inconcepibile». I locali, tantissimi a conduzione familiare, stavolta non la vogliono dare vinta al Governo. Sono subito partite petizioni. Qualcuno minaccia iniziative di protesta clamorose.
Paolo Cacciani, titolare di un ristorante di Frascati, sta raccogliendo le firme dei colleghi: «Il territorio castellano deve essere considerato un unico grande distretto, in cui si possa circolare liberamente nelle festività natalizie». Paradossale la situazione in un locale di Genzano, collocato sulla linea di confine con Ariccia. «Secondo le nuove norme del Governo – fa notare Patrizia Mancini, titolare del ristorante e membro della Rete di imprese “Sapori di Genzano” - potrei essere multata solo perché alcuni clienti sostano nella porzione del locale che ricade fisicamente ad Ariccia. Abbiamo scritto a Zingaretti, presidente della Regione, per chiedere l’annullamento della norma che impedisce la libera circolazione tra i comuni e Roma».
I ristoratori, da quello che si capisce, potranno fare consegne a domicilio senza limitazioni.

I clienti invece potranno andare a ritirari pranzi solo nel territorio del loro municipio. Andrea Carfagna, proprietario di un locale di Albano, è allibito. «La maggior parte dei nostri clienti viene da Roma e quindi a Natale, a Capodanno e all’Epifania - a pranzo (a cena siamo già chiusi) - non verrà nessuno. È assurdo. Molti locali rischiano di chiudere definitivamente». Luca Simeoni, contitolare col fratello di una attività di ristorazione a Valmontone, non credeva alle sue orecchie. «Ci siamo adeguati a tutte le norme anti Covid. Il distanziamento è assicurato, il numero dei tavoli è ridotto, ci sono le sanificazioni e chiudiamo alle 18 con grave danno economico. Questa ulteriore limitazione con il divieto di circolazione tra comuni è inconcepibile e cancella le entrate delle Feste: una importante fonte di guadagno. Con la Rete di Imprese, cui aderiamo, stiamo chiedendo di revocare questa assurda limitazione».

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