Quasi due e milioni e mezzo di euro dalla Regione per salvare botteghe e mercati storici del Lazio. Un mondo che vive una crisi drammatica se il presidente della Camera di commercio, Lorenzo Tagliavanti, ha segnalato che nella sola Capitale «il censimento dell’Istat del 1991 segnalava nel Centro 5mila botteghe artigiane. E non esisteva chilometro quadrato al mondo così denso di attività artigiane. Mentre nel 2000 ce n’erano meno di duemila e oggi siamo meno di mille». Una congiuntura che ha un doppio effettivo negativo: da un lato, si perdono tradizioni, conoscenze e mestieri; dall’altro viene meno una delle principali attrazioni turistiche sulla quale può giocare un territorio.
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Per invertire la china la Regione ha messo in campo un pacchetto - è stato approvato nell’ultima giunta il regolamento attuativo della legge - da 2,4 milioni di euro destinati ai Comuni, con politiche che spaziano tra incentivi per affitti e ristrutturazioni, attività di promozione e protocolli di formazione anche per favorire il trasferimento delle botteghe da vecchi artigiani che non hanno eredi a giovani che vogliono intraprendere questi antichi mestieri.
Il programma
In questo processo il primo passo è di realizzare con le Camere di commercio un censimento e un registro regionale delle botteghe storiche, che assorbirà anche quelli esistenti, già istituiti da alcuni Comuni come Roma (dove però sono inserite soltanto un centinaio di attività). Sempre gli enti locali organizzeranno campagne promozionali e rilasceranno apposite targa e attestati da apporre alle vetrine con la dicitura “Bottega e attività storica del Lazio” oppure “Mercato e fiera di valenza storica del Lazio”. Due le modalità di erogazione dei contributi, diretti sia agli esercenti sia ai Comuni: con il primo fondo da 1,2 milioni di euro sono previsti contributi per gli affitti, per il restauro dei locali o dei macchinari, per il restyling delle vie commerciali, per la creazione di itinerari turistici e per il taglio delle imposte locali come l’Imu. L’altro fondo, con i rimanenti 1,2 milioni, servirà per finanziare progetti di formazione per imparare un antico mestiere, un reddito di inserimento per i più giovani e l’aggiornamento degli apprendisti.