Roma, nuovo raid della baby gang: scuola devastata

Roma, nuovo raid della baby gang: scuola devastata
di Alessia Marani
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Mercoledì 10 Luglio 2019, 11:06
Estintori svuotati e lanciati contro le pareti, vetrate rotte, muri devastati dalle scritte, porte sfondate: è il pesante bilancio del raid vandalico dell’altra notte all’interno della scuola primaria “Aldo Fabrizi” di via Valerio Publicola, all’Appio Claudio. Un fattaccio avvenuto a pochi passi da piazza San Policarpo e dal parco degli Acquedotti, teatro da qualche settimana a questa parte di continue rapine e aggressioni subite dagli adolescenti da parte di una banda di giovanissimi, tutti tra i 13 e i 17 anni di età e composta da cinque/sette elementi. Per questo, anche per l’incursione all’interno dell’istituto scolastico nel mirino degli investigatori c’è la baby gang ormai incubo del quartiere. Sarà un caso, ma appena qualche giorno prima, il 4 luglio, erano state appiccate le fiamme pure ai cassonetti dell’immondizia sempre in via Publicola, davanti alla scuola. Non basta. Sono state rubate le panchine di una ludoteca e molti abitanti si sono ritrovati le auto rigate e danneggiate.
 
Lunedì sera la segnalazione alla sala operativa della polizia era scattata poco dopo le 23. «Correte, vedo delle ombre, persone che passeggiano sul tetto della scuola. Probabilmente c’è qualcuno, sono almeno in tre, che sta cercando entrare dentro oppure sta scappando via. Si sentono dei vetri infrangersi», spiegava un residente dall’altra parte del telefono. Quando la volante è arrivata, però, la gang si era già dileguata. Davanti agli occhi dei poliziotti si è spalancato uno scenario di devastazione: tutto ciò che era sulle pareti è stato divelto, vetri e mobili spaccati. Da un primo riscontro, non risulterebbero installati impianti di allarme o di videosorveglianza: per i balordi introdursi è stato, manco a dirlo, un gioco da ragazzi. Sul posto ieri si è recata la Scientifica per i rilievi, in cerca di tracce utili per risalire agli autori dei danneggiamenti. 
 
L’altra settimana la baby gang aveva mandato in ospedale con il volto tumefatto e le costole doloranti un quindicenne, rapinato di una cassa bluetooth e poi picchiato quando ha tentato di sottrarre dalla presa degli aguzzini anche la bici nuova di zecca. Nello stesso pomeriggio, altri due giovani erano stati affrontati e derubati dei soldi, alcuni anche ricattati: «Ti ridò il cellulare se mi dai 70 euro». I bad boys sarebbero tutti italiani, tra loro forse anche un rom di seconda generazione. Agiscono insieme o per gruppetti separati. Il più cattivo sarebbe anche il più piccolo, 13 anni appena e, quindi, non perseguibile penalmente. Non nuovo a varcare la soglia del commissariato Tuscolano dove il padre, in passato, era andato a riprenderlo più di una volta. Proprio in virtù di questa “impunibilità” sarebbe il più spavaldo e pericoloso.
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