Anziana uccisa in casa, il rom era stato espulso

Anziana uccisa in casa, il rom era stato espulso
di Valentina Errante Camilla Mozzetti
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Mercoledì 15 Maggio 2019, 07:43 - Ultimo aggiornamento: 08:01

Spregiudicati e con una lunga sfilza di precedenti alle spalle nonostante la giovane età di molti di loro. Furti, rapine in appartamento compiute tanto a Roma quanto a Milano fino ai maltrattamenti in famiglia. Non solo. L'uomo accusato di aver colpito a morte Anna Tomasino, Miki Trajkovic, era stato già espulso dall'Italia alla fine del 2017 perché irregolare, ma si trovava a Roma dopo esser rientrato illegalmente nel Paese.

«Sono rom, saranno tutti espulsi commentava subito dopo l'arresto il ministro dell'Interno Matteo Salvini li mandiamo fuori dall'Italia perché di questa gente ne abbiamo piene le scatole». Ma se un decreto di allontanamento c'era prima dell'omicidio, adesso è chiaro che i cinque responsabili della rapina e della drammatica fine di Anna, non potranno lasciare il Paese. Come prevede il codice, li aspetta un lungo processo (tutti i gradi di giudizio) e poi sconteranno una pena, che certo non sarà leggera, in Italia. Non ci sarebbe alcun motivo per estradarli. L'espulsione è dunque esclusa.

I PRECEDENTI
La lista di reati, accertati scrupolosamente dai carabinieri della compagnia Casilino, che la banda si porta dietro è lunga e datata ma non ha impedito ai cinque uomini, nomadi e provenienti per lo più da due dei campi più pericolosi della Capitale (quello di via Salviati e di via dei Gordiani), di tentare ancora il colpo. Questa volta è morta anche una donna, Anna Tomasino, 89 anni, a causa delle percosse e dei colpi inferti da uno dei due ladri, entrati nel suo appartamento nel quartiere di Montesacro, mentre gli altri tre erano fuori a fare il palo. Darko Kostic, 31 anni, l'uomo che si è poi consegnato ai carabinieri della compagnia Casilino, quando ha capito che non sarebbe potuto scappare, era stato raggiunto mesi fa da un divieto di avvicinamento alla compagna, residente nel campo di via dei Gordiani, con l'accusa di maltrattamenti in famiglia. Dylan Trajkovic, appena 20enne, conta invece diversi precedenti per furto, alcuni dei quali compiuti anche a Milano e nel suo hinterland. E a rubare aveva imparato fin da ragazzino a tal punto da rapinare, ancora minorenne, un coetaneo. Con lo stesso passato, in cui si contano anche diversi furti di automobili, anche Dennis Trajkovic che è stato fermato a Moncalieri. Più esperti nelle rapine in appartamento perché avevano già messo a segno diversi colpi Bidam Sulejmanovic e Miki Trajkovic. Quest'ultimo già espulso dal territorio nazionale perché irregolare ma rientrato illegalmente è stato fermato a Ventimiglia ed è accusato di aver inferto il colpo, rivelatosi poi mortale, all'89enne che lo aveva sorpreso in casa insieme al suo complice Darko Kostic mentre gli altri tre erano rimasti fuori a controllare che nessuno arrivasse. Spavaldi e arroganti si mostrano nelle foto di alcuni profili Facebook con orologi costosi ai polsi o vestiti all'ultima moda.

IL COLPO
La rapina in quella casa al secondo piano di una palazzina borghese non era stata studiata a tavolino. I cinque membri della banda, lo scorso 5 maggio, si erano ritrovati insieme nel campo nomade di via Salviati, dove vivono parenti e amici, per festeggiare San Giorgio il patrono dei nomadi. Cibo e alcol hanno scandito la loro mattinata fino a quando, nel pomeriggio, decidono di salire tutti insieme sulla Volkswagen Bora grigia. Per andare dove? Alla ricerca di una casa da rapinare. Così arrivano a Montesacro, vedono quella finestra aperta in casa della signora Tomasino, la luce è spenta, pensano non ci sia nessuno. Non ci vuole poi molto ad entrare, anche se il piano è alto, e si spartiscono i ruoli: tre in strada Dennis, Dylan e Bidam al volante dell'auto e gli altri due nell'appartamento. «Eravamo riusciti ad entrare racconterà Darko ai militari ci siamo accorti della donna e ho detto a Miki di andare via, io sono fuggito lui no, poi ho sentito le urla». La banda litiga, ma poi riesce a fuggire fino a quando, a uno a uno, i militari non stringono ai loro polsi le manette. Due vengono trovati proprio nel campo di via Salviati, gli altri a Pomezia, Moncalieri e Ventimiglia. Interrogati dal pm Edmondo De Gregorio, che ha chiesto la convalida al gip, Kostic, Sulejmanovic e Trajkovic, hanno tentato di difendersi, attribuendo ai compagni l'omicidio. Oggi si terrà l'udienza di convalida del fermo. Dovranno rispondere di omicidio volontario, concorso in omicidio volontario e rapina aggravata.

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