Roma, anziana morta dopo la rapina: «L’hanno seguita in casa». Caccia ai killer con i video

Deceduta Maria Pifano, una delle due sorelle 90enni narcotizzate e derubate

Roma, morta dopo la rapina: «L’hanno seguita in casa». Caccia ai killer con i video
di Camilla Mozzetti
4 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Dicembre 2021, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 14:45

I vigili del fuoco l’avevano trovata riversa in terra, priva di conoscenza e con una ferita alla testa, provocata forse dalla caduta. Ma il suo cuore continuava a battere e così si è sperato che potesse salvarsi dopo la sciagura in cui era finita con la sorella: entrambe vittime di una rapina in casa nel quartiere Nuovo Salario, a Roma Nord. E invece Maria Pifano, 91 anni, è deceduta ieri mattina all’ospedale Sandro Pertini dov’era stata portata in codice rosso mercoledì pomeriggio. Due giorni fa la donna e la sorella minore, 89enne, ricoverata ora al policlinico Sant’Andrea in condizioni non gravi, sono state ritrovate ferite nella loro casa, in via Val Maira, dopo una rapina consumatasi probabilmente tra lunedì e martedì, considerate le tracce di sangue ormai secco trovate vicino alla vittima. 

Le indagini degli agenti di polizia del commissariato Fidene e dei colleghi della sezione Antirapina della Squadra Mobile di Roma sono ancora all’inizio ed il quadro è tutt’altro che delineato anche se la dinamica potrebbe essere stata questa: Maria, nonostante fosse la sorella più anziana, era l’unica ad uscire di casa per andare a fare la spesa.

Con i suoi 91 anni sulle spalle era completamente autonoma, mentre sua sorella, non usciva più da tempo. Forse qualcuno l’ha seguita e quando è rientrata dopo la breve passeggiata mattutina, complice l’assenza del portiere per la pausa pranzo, è arrivato fin davanti alla sua porta. Una volta aperta potrebbe averla spinta dentro e con uno o più complici potrebbe aver passato al setaccio l’appartamento. Non si esclude neanche che la “banda” fosse già dentro al palazzo alla ricerca di un appartamento da ripulire e che vedendo una signora anziana si sia indirizzata su una “preda” facile. Il condominio dove vivono le due sorelle ha una conformazione ad alveare: diverse scale, lunghi corridoi in cui è facile perdersi per chi non è pratico, angoli ciechi.

L’IPOTESI DELLA BANDA

Insomma non era possibile arrivare a quell’appartamento bussando semplicemente al citofono e fingendosi per qualcun altro: un fattorino o un tecnico. A meno che la rapina non fosse stata organizzata da tempo e dunque fosse stato svolto anche un “sopralluogo” ma le sorelle, amate da molti condomini, vivevano della pensione di maestra di una delle due. Una vita dignitosa che tuttavia non valeva un colpo studiato a tavolino. Per come è stato poi trovato l’appartamento - armadi aperti, cassetti rivoltati, sedie capovolte, vestiti alla rinfusa e oggetti fatti a pezzi in ogni stanza - gli investigatori ipotizzano che a colpire sia stata, come già accaduto in passato nella zona, una banda di nomadi. I vicini delle sorelle non hanno sentito nulla. L’inquilina del primo piano, proprio in corrispondenza del loro appartamento, ricorda: «Posso aver sentito dei rumori di sedie magari che cadevano ma erano due persone anziane che vivevano da sole e dunque capitava di sentire dei rumori, come appunto una sedia che cade». L’ultimo ad aver visto Maria è stato il portiere la mattina del 10 dicembre: «Era venuta in guardiola per consegnarmi l’assegno per il condominio non ricordo però di averla vista nei giorni a seguire». 

 

LE TELECAMERE

La polizia sta acquisendo anche le immagini di alcuni impianti di videosorveglianza che tuttavia sono abbastanza lontani dall’ingresso del palazzo e dunque difficilmente potranno essere utili a meno che non si veda in qualche filmato uno o più uomini che corrono via con una potenziale refurtiva. La rapina ha comunque impressionato molti residenti e addolorato quelli che con le sorelle Pifano erano cresciuti: «La sorella di Maria - ricorda Sara commuovendosi - mi dava ripetizioni, due care donne». Mercoledì due nipoti, le figlie di un’altra sorella, avevano deciso di andarle a trovare. Al mattino le avevano chiamate ma loro non avevano risposto. Capitava spesso ed era anche motivo di scontro: «Zie dovete rispondere al telefono» ma loro preferivano parlare di persona. Una volta arrivate alla porta le nipoti hanno suonato ma nulla, così hanno chiamato i soccorsi. I vigili del fuoco hanno aperto alzando il velo su una storia la cui fine resta ancora da scrivere. Al momento non è stato aperto nessun fascicolo ma nei prossimi giorni sarà svolta l’autopsia sul corpo della vittima.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA