Aveva creato una serie di cartelle e sottocartelle, catalogate per età dei minori e tipologie di pratiche sessuali, all’interno delle quali erano contenute ben 1.371 fotografie e 118 video pornografici che avevano come protagonisti bambini e bambine. Un ex dipendente di Poste italiane è stato condannato ieri, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, a oltre 5 anni di reclusione. Il pubblico ministero Alessandra D’Amore aveva chiesto 6 anni di pena. I reati contestati sono detenzione e realizzazione di materiale pedopornografico.
L’ARRESTO
L’uomo, un romano di 49 anni residente a Marino, è stato arrestato il 20 ottobre scorso, dopo che gli investigatori avevano trovato nel suo appartamento i file con immagini a contenuto sessuale «che rappresentano anche rapporti sessuali tra minori molto piccoli». Tra queste immagini c’erano anche le riprese - fatte in casa dall’imputato - della nipotina di 7 anni «che si spogliava dei propri indumenti anche intimi all’interno della camera da letto» dello zio. Per questo, oltre alla detenzione, la Procura di Roma ha contestato anche la produzione del materiale pornografico.
LE CARTELLE
Le foto e i video erano stati archiviati dal 49enne nei dispositivi informatici con un criterio ben preciso, ossia a seconda dell’età dei minori e della tipologia di pratica sessuale.
Ieri, in udienza, l’ex dipendente delle Poste ha ammesso: «Oggi sono pentito per quello che ho fatto, ma c’è stato un momento in cui sentivo di non riuscire più a controllarmi. Era più forte di me. Volevo a tutti i costi nuove foto, nuovi video... era diventata una droga».
I PRECEDENTI
La condanna arrivata ieri per l’impiegato delle Poste non è un caso sporadico. Davanti al Tribunale di Roma è tuttora a processo un professore di 40 anni trovato in possesso di un’enorme quantità di file, sia video che foto, contenenti immagini pornografiche di minori. L’uomo era stato scoperto dalla moglie con la quale era in corso una causa di divorzio. Lei sospettava un tradimento, così aveva deciso di cercare prove. Approfittando di un momento in cui il marito non era a casa, ha frugato nel suo studio. Lì aveva scoperto due chiavette usb piene zeppe di file in cui erano raffigurati minori senza vestiti. A quel punto, la donna non ha potuto fare a meno di denunciarlo.
Nel giugno scorso invece la polizia postale del Lazio aveva arrestato tre uomini in flagranza di reato per produzione e detenzione di materiale pedopornografico. Uno era un imprenditore romano di 48 anni, che aveva appena finito di scontare la pena assegnata pochi anni prima, per aver commesso proprio lo stesso reato nel 2018. Stavolta voleva a entrare su un gruppo social, in cui si scambiano questi materiali. Aveva solo un modo per farlo: riprendere le sue stesse figlie di 14 e 6 anni in intimo. L’altro era un cameraman incensurato di 32 anni, residente nella provincia di Roma. Gli agenti gli avevano trovato in casa foto e video pedopornografici, anche di bimbi in tenera età. Infine l’ultimo un ragazzo di Viterbo, 26 anni, scoperto dalla polizia postale perché salvava le immagini su un cloud. Anche lui, come il cameraman, era incensurato.