Deepfake, vedo nudo: polemica su BikiniOff, l'applicazione che spoglia (per finta) Due denunce in una scuola romana

In una scuola della provincia della Capitale: denunciati due ragazzini per aver diffuso foto delle compagne nude

Deepfake, vedo nudo: polemica su BikiniOff, l'applicazione che spoglia (per finta) Due denunce in una scuola romana
di Francesca Nunberg
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Sabato 22 Aprile 2023, 19:12

Negli anni Ottanta c’erano gli “occhiali ai raggi X”, si compravano col giornaletto e promettevano meraviglie. Così decantate: “Guardando attraverso le particolari lenti, l’effetto ottico che ne risulta vi farà intravvedere... visioni inaspettate. Guardandovi le mani ne vedrete lo scheletro, osservando una persona ne scoprirete le fattezze sotto gli abiti”. Peccato che non fosse vero e che quegli occhialini di cartone col buco al centro servissero solo a scatenare fantasie adolescenziali. Oggi dicono che ci siamo evoluti e per “scoprire le fattezze sotto gli abiti” facciamo ricorso perfino all’intelligenza artificiale. Che poi la nudità dei malcapitati sia fasulla poco importa, le pulsioni sono le stesse e il gioco per cinque minuti fa ridere. Quando non ha conseguenze penali.

Si chiama BikiniOff l’applicazione di cui tanto si discute in questi giorni, che si sta diffondendo sul web e in particolare tra i giovanissimi. Vi si accede tramite Telegram: basta inviare la foto di una persona vestita per riceverne indietro una versione hot, completamente nuda. L’applicazione, creata in Francia nel 2022, restituisce sì un’immagine altamente realistica di quella stessa persona, nuda, ma completamente falsa. In una scuola media della provincia di Roma si è aperto un caso, dopo che alcuni ragazzini hanno diffuso le immagini di alcune compagne minorenni "en déshabillé", che naturalmente hanno fatto il giro della scuola.

Quindi la denuncia e le indagini dei carabinieri per produzione di materiale pedopornografico: «Questo è il primo caso che arriva nei nostri uffici ma non escludiamo che ci siano tantissime altre foto che girano e che le denunce non arrivino per vergogna delle vittime», hanno detto le forze dell’ordine, mentre gli accusati si sono difesi col solito: «Era solo uno scherzo».

Il fenomeno del deepfake è diventato sempre più diffuso, dando vita a nuove applicazioni, che come questa utilizzano l’intelligenza artificiale per creare contenuti falsi e sempre più sofisticati. Con tutte le preoccupazioni sul diritto alla privacy e sulla pedopornografia che si possono immaginare. BikiniOff è peraltro molto facile da utilizzare. L’app è gratuita, la prima foto non si paga, per produrre altri deepfake si devono acquistare i crediti registrando la carta di credito, oppure usando Google Pay, ma sono anche disponibili i pagamenti attraverso le criptovalute. Esistono perfino gli abbonamenti: 5 euro per ottenere 10 foto, 270 per produrne 600. Insomma si può “spogliare” un intero condominio, e poi vai a spiegare che quei nudi sono solo di fantasia...

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