Trevignano, il paradiso degli impiegati stressati: così il Comune organizza “corsi di meditazione”

Quattro lezioni per i dipendenti del Municipio nel borgo sul lago di Bracciano: hanno aderito 15 su trenta

Trevignano, il paradiso degli impiegati stressati: così il Comune organizza “corsi di meditazione”
di Andrea Bulleri
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Mercoledì 22 Novembre 2023, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 08:13

TREVIGNANO ROMANO Sarà il cinguettio degli uccelli sui platani ingialliti dall'autunno. Sarà lo starnazzare delle anatre sotto il muricciolo che costeggia l'acqua. Ma a fare due passi per Trevignano Romano, incantevole borgo di 5mila abitanti sul lago di Bracciano, si fa fatica a pensare a un luogo dove possa essere più facile sentirsi in pace col mondo. «Trevignano è la patria dei pensionati», sorride la 78enne Ada, che si è trasferita da queste parti dalla Capitale qualche anno fa. Eppure è qui, nel paesino dove l'unica edicola all'ora di pranzo è già chiusa, e i ristoranti lasciano sedie e divanetti all'aperto («tanto, chi se li ruba?»), che, a quanto pare, lo stress è diventato un problema. Tanto da indurre l'amministrazione a dar vita a un progetto «pionieristico»: corsi di meditazione per i dipendenti comunali. Per assicurare agli addetti degli uffici locali una «migliore gestione dello stress», spiegano dal Comune, ma anche una «maggiore capacità di concentrazione» e «focalizzazione mentale», oltre a una «facilitazione nell'equilibrio vita-lavoro». Con l'obiettivo di favorire «un coordinamento efficace tra i vari settori» dell'amministrazione e una «maggiore empatia verso i cittadini».

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LE SEDUTE

La prima delle quattro lezioni per gli impiegati che hanno aderito (15 su una trentina) è andata in scena una settimana fa, col metodo «Omm - The One minute meditation», ideato da Patrizio Paoletti, che l'ha già portato con successo in diverse aziende e ci ha scritto su un libro.

Tre ore di respirazione e «condivisione di emozioni», racconta chi ci ha partecipato, nella sala del consiglio comunale e in orario lavorativo, perché di attività formativa si tratta. Ma sbaglia chi si immagina un'impennata di burnout negli uffici del Comune sulle rive del lago, magari in seguito alla vicenda dell'autoproclamata veggente che per qualche settimana ha attirato da queste parti telecamere e curiosi da ogni dove. No, niente dipendenti sull'orlo di una crisi di nervi, pare. Alle tre del pomeriggio, il bel palazzo comunale di Trevignano al secondo piano del museo etrusco è già vuoto: i gli impiegati, raccontano in portineria, staccano quasi tutti alle due. L'ufficio anagrafe è aperto al pomeriggio solo il martedì e giovedì, la polizia locale riceve fino alle 16, la biblioteca si spinge fino alle 18, ma non di sabato. «Che si aspettava, mica siamo a Milano», sorride l'amica di Ada, anche lei romana. Tanto che nei consessi di anziani al bar o sulle panchine di fronte al lago, il progetto del Comune suscita più di una facile ironia. «Se so' stressati loro», va giù con fare polemico uno. «Più che un corso di meditazione, a qualcuno servirebbe una bella dose di caffè», punge (ma col sorriso) un'altra. «E invece - si infila nella discussione il marito - può essere una buona idea: la salute mentale è importante, spesso viene sottovalutata». La pensa così anche Catia, la barista, che a Trevignano si è trasferita più di vent'anni fa: «Soprattutto all'inizio - racconta - abituarsi ai ritmi di un paese così piccolo non è stato facile. Sì, può essere stressante».

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LO SCETTICISMO

Per la verità il corso, spiega il vicesindaco Luca Galloni, promotore dell'iniziativa, punta «anche e soprattutto ad assicurare un servizio migliore ai cittadini. E accendere i riflettori sul tema del benessere mentale». L'idea, insomma, è quella di diffondere una buona pratica. Anche tra gli altri Comuni, «che già ci hanno contattato per saperne di più», prosegue il vicesindaco. E i dipendenti, come l'hanno presa? «Sulle prime qualcuno era scettico, soprattutto i più anziani. Poi si sono ricreduti». Lo conferma Bianca Maria Alberi, responsabile amministrativa ed entusiasta "meditatrice" dell'ultim'ora. «Negli enti pubblici è tutto un ribollire di malcontenti, di lamentele», confessa. «Chi prende un appuntamento con noi, spesso arriva qui già arrabbiato. Il rischio è quello che ci innervosiamo anche noi. I formatori ci hanno messo di fronte a una domanda: è utile, prendersela? La risposta, ovviamente, è no». Insomma, si aspetta il responso dell'esperimento. Magari canticchiando, come facevano i Velvet nel 2001, «soffro lo stress». Chissà se la band romana era mai capitata a Trevignano.
 

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