Roma, il primato dei ristoranti: apre il doppio dei locali della media nazionale

Come certificato da Unioncamere-InfoCamere, infatti, nel 2023 erano 18.851 le imprese registrate nell'area di Roma, provincia inclusa. Rispetto all'anno precedente, parliamo di un aumento del 3,39% (644 in più)

Roma, il primato dei ristoranti: apre il doppio dei locali della media nazionale
di Gianluca Carini
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Sabato 30 Marzo 2024, 06:47

Ai romani piace sempre più mangiare fuori. E il mercato si adegua di conseguenza: a Roma e provincia nel 2023 i ristoranti sono aumentati del doppio rispetto alla media nazionale.
Come certificato da Unioncamere-InfoCamere, infatti, nel 2023 erano 18.851 le imprese registrate nell'area di Roma, provincia inclusa. Rispetto all'anno precedente, parliamo di un aumento del 3,39% (644 in più). Per dare un'idea, nello stesso periodo le attività che operano nel settore della ristorazione sono cresciute a livello nazionale dell'1,9%. Quasi la metà rispetto alla Capitale. A Roma il settore della ristorazione rimane comunque a trazione familiare o quasi: nella metà dei casi (7.358) si tratta di micro-imprese, che impiegano al massimo tre persone. Meno di 4mila (3.952) sono invece le imprese che hanno al loro interno tra quattro e nove dipendenti. Mentre quelle che sommano nel complesso più di cinquanta persone sono solo 86 in tutta la provincia. Numeri simili si trovano anche se ci limitiamo a considerare i bar che non dispongono di cucina: le tavole fredde, per intenderci. A Roma e provincia sono 13.736, mentre quelle che impiegano non più di tre dipendenti sono circa la metà (6.675). Mentre, per dare un'idea, secondo un'indagine realizzata da NielsenIQ (NIQ) sono 12mila i locali (tra bar e ristoranti) nella città di Milano.

I LOCALI

Durante la pandemia il settore della ristorazione (insieme, più in generale, a quello del turismo) è stato tra quelli più colpiti. Ma quel periodo sembra ormai alle spalle: già nel 2022 i guadagni nel campo alimentare erano tornati a livelli del 2019, dopo la caduta verticale dovuta al Covid nel 2020 e la parziale ripresa del 2021 (dati Infocamere). I numeri aiutano a inquadrare un fenomeno che si può riscontrare agevolmente girando per la Capitale, dove sempre più spesso esercizi commerciali "tradizionali" cedono il posto a quelli più votati al mondo del cibo: pizzerie, paninerie, ristoranti più o meno chic oggi prendono il posto di calzolai, orologiai, negozi di elettrodomestici. Una conseguenza anche dei cambiamenti del mercato, che ha visto negli ultimi anni un'esplosione delle vendite online. E, di conseguenza, molte delle vetrine che chiudono in città vengono riempite altrimenti.

CENTRO E PERIFERIE

Una ulteriore spinta alla crescita della ristorazione viene dai numeri del turismo, sempre più "destagionalizzato" e quindi in grado di essere sostenibile tutto l'anno, potendo impiegare personale anche al di fuori dei periodi tradizionalmente più battuti.

Ma i numeri del settore turistico, seppur consistenti, non dicono tutto: a crescere sono proprio le consumazioni fuori da casa degli stessi romani. Una controprova è che sempre più spesso nuovi ristoranti, anche di tendenza, vengono aperti anche in quartieri meno centrali, come Centocelle, ormai punto di riferimento per vari tipi di cucina: da quella vegana a quella più innovativa.

Mentre nei "templi" della ristorazione romana come Testaccio accanto alle pizzerie tradizionali ne sorgono di nuove. Proprio queste ultime, tra l'altro, sembrano rivivere una rinascita: non solo più luogo dove mangiare bene in compagnia e spendere "il giusto", ma (talvolta) veri e propri ristoranti gourmet, con proposte innovative. Mentre si assiste anche alla rinascita della pizza a taglio, così come di quella romana (bassa e "scrocchiarella"), anche se sempre più spesso sorgono anche sedi "distaccate" delle più famose pizzerie napoletane.

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