Terremoto a Roma, racconta al Messaggero la tua mattina di paura

Terremoto a Roma, racconta al Messaggero la tua mattina di paura
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Domenica 30 Ottobre 2016, 17:22 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 10:52
Svegliati dal terremoto mentre eravate ancora a letto, mentre vi stavate vestendo per andare a lavorare o per andare a fare una gita fuori porta. La scossa di magnitudo 6.5, con epicentro a Norcia, di sabato mattina, è stata avvertita fortissima e interminabile anche a Roma dove migliaia di persone si sono riversate per strada, ancora in pigiama, per la paura.

Racconta al Messaggero come hai vissuto questi momenti di paura con un breve testo (dieci righe al massimo) inviando una mail a terremoto@ilmessaggero.it, indicando nell'oggetto la parola "terremoto" e alla fine del testo il vostro nome, la vostra professione e il vostro quartiere di residenza. Inviate anche le vostro foto e i vostri video.


Con la mente già rivolta verso il viaggio in abruzzo per le visite di rito ai defunti, complice la bella e frizzante giornata, sarei dovuto alzarmi da li a 5 minuti rispetto alla scossa delle 7.41. Sonnecchiavo nel letto controllando la rassegna stampa su tablet. Il letto comincia a vibrare ed a muoversi avanti e indietro….capisco subito…..altra scossa come mercoledi sera alle 21.15. Non finisce li…le finestre sembrano che abbiano voglia di trovare spazio come se tentassero di allargarsi. Il grande armadio comincia a ballare anche lui avanti ed indietro. Sento i muri che a stento trattengno la forza della scossa. Stavolta è come l’Aquila…penso subito. Accendo la tv e la prima immagine che mi conferma tutto: il crollo della cattedrale di San Benedetto a Norcia. E’arrivata la grande scossa, dentro di me lo avevo pensato già da mercoledì sera…così come accadde nel 2009 a L’Aquila. La prima immagine che ti stringe il cuore e forse la più bella e toccante: la gente che spontaneamente subito dopo la scossa corre veloce e malferma e s’inginocchia infreddolita a pregare davanti alla statua di San Benedetto ed al suo simbolo crollato.  
Stefano  - Roma Eur

Sembrava un sabato mattina come tanti, anzi meglio di tanti: il ritorno all’ora solare prometteva un risveglio più lento e sereno. Improvvisamente vengo svegliato da un rumore strano, sinistro.. e subito capisco. D’istinto raggiungo il portone e così le inferriate per liberarli dalle mandate, un gesto ripetuto ogni sera per proteggersi dagli uomini che offendono ma del tutto inadatto a proteggerci dalla natura che si difende. Terremoto. Un incubo vissuto più volte da bambino in quella terra ballerina che è la mia terra: Reggio Calabria. Quando le fughe avevano negli adulti il respiro della rassegnazione più che della paura e nei bimbi quello dell’incoscienza di sempre. Si svegliano anche le mie bambine, il gatto miagola nervoso, con calma porto tutta la famiglia sotto l’architrave del grande salone, in quel momento l’ombrello più sicuro per ripararci dalle angosce non rivelate e dalle domande senza risposte.
Rocco Carbone - Monteverde

Ho 4 cagnolini, all’improvviso mi saltano addosso e corrono verso la finestra la apro escono e cominciano ad abbaiare, mi giro verso mia mamma e tutto comincia ad essere instabile, il rumore delle finestre la libreria che si muove e le mie urla, mio figlio che spaventato mi viene incontro i cagnolini che mi saltano addosso e il tempo che diventa interminabile,non finiva piu’. Io ho vissuto quello dell’80 a Napoli, non riesco a razionalizzare, ho paura, una paura sorda che mi attanaglia lo stomaco che mi annebbia il cervello.
Rosanna - Montesacro

Come molte altre persone a Roma, la domenica del 30 ottobre mi sono svegliata con il terremoto. Abito in un appartamento al primo piano. Stavo tranquillamente dormendo quando ho sentito il letto scuotere e le finestre sbattere leggermente, come se ci fosse vento molto forte. A quel punto ho acceso la luce ed ho visto il lampadario muoversi. Come prima cosa mi sono messo sotto il vano della porta della mia stanza, poi, ancora durante la scossa, ho chiamato la mia famiglia che risiede in provincia di Treviso. Stavo descrivendo la situazione a mia madre e dopo una decina di secondi dall’inizio della conversazione anche lei ha avvertito la scossa, nella nostra casa si muovevano i lampadari, lei non si sentiva stabile in piedi e la cagnetta voleva uscire in giardino. Terminata la scossa e la telefonata, ho aperto la finestra e ho visto che la strada era deserta e negli appartamenti vicini nessuna scena di panico. Ho pensato subito alle terre dell’epicentro, così ho acceso la televisione per seguire la cronaca. Oggi sono stata in casa, pensando ai miei affetti che abitano lontano da qui.
Giorgia - San Giovanni

Ore 6,38 Roma Viale Giulio Cesare Quartiere Prati. Una domenica apparentemente tranquilla. Dopo una notte insonne mi affaccio a guardare in strada e vedo tre suore, una vestita di nero e due di grigio che si salutano abbracciandosi: le accomuna il bianco in testa. Un cattivo presentimento: ma perché proprio in tre!? Osservo meglio sperando di vedere altre persone con loro. Invano, proprio tre suore. Penso: ma sono in zona Vaticano ! È' tutto normale. Verifico l'ora sul mio telefonino 6,38 - ora solare ma il mio orologio segna ancora 7,40 circa- ora legale. Un caffè e subito dopo al computer a chiudere il sommario del nuovo numero della mia rivista dedicato alla " bellezza..." Ore 7.40 circa, una vibrazione da pavimento attraversa i montanti in acciaio della sedia e risale dall'osso sacro sino alla cervicale. Un attimo di sbandamento, sospensione e presagio fulmineo che qualcosa stia per accadere...e accade...non c'è tempo per interrogarsi. Tutto questo mentre mia moglie corre dall'altra stanza verso di me. Tutto si muove attorno, comincia a tremare, ad un tratto l'orizzonte dello sguardo non ha più' confine; momenti terribili la scossa si fa intensa ...un gran vociare dagli altri piani ...il tempo di posizionarsi sotto un muro portante ...apro il portoncino di ingresso e ahime' vedo l'ascensore in movimento con una anziana signora ignara del pericolo. Dopo circa mezz'ora usciamo da casa velocemente e in macchina con due amici già' in strada raggiungiamo Tor di Quinto. In uno spazio verde seduto su una panchina ripenso alla bellezza dei luoghi distrutti, ad un' Italia fortemente piegata.
Fernando Miglietta - Prati

La sensazione piu’ forte, per chi, come me, non e’abituato al terremoto, e’ lo smarrimento. Inizia in sordina (io ero gia’al lavoro, zona nord di Roma) e tu pensi : ecco, un’altra botta,una delle tante. Ma non ti muovi, pensi che quello che e’appena passato e’stato il momento piu’ brutto. E invece no: l’oscillazione aumenta sempre di piu’, cade l’orologio dalla parete… non finisce mai, e tu ancora a decidere: scappo? Non scappo e rimango seduto al mio posto?  Se scappo magari faccio la figura del fesso, se non scappo quella del topo. E poi, come Dio vuole, lo scuotimento si abbassa d’intensita’ fino a finire. Finire? Per me, per molti….ma non per tutti. Purtroppo.
Aldo Ricotta - Saxa Rubra

Stavo ancora ancora giuggiolandomi  a letto e accarezzavo i miei due bassotti Black e kalenda che di terremoti forse non ne capiscono niente perché non si sono allarmati per niente .Ad un certo punto mi pare di aver sentito un piccolo botto ho forse sarà stato un rumore del sottostante mercato di Porta Portese   poi però il letto si muoveva troppo ,che paura mi sono alzata gli sportelli dell'armadio che lascio sempre aperti sbattevano  ci risiamo e dall'armadio è uscita la gatta Pippi che era stata troppo disturbata
Cerrocchi Maria Gabriella - Monteverde gianicolense

Alle ore 7.41 dormivo nella mia casa al 6° piano: mi sono svegliata di soprassalto con il rumore delle serrande  e il tintinnio delle stampelle dei vestiti dentro l'armadio che ho di fronte al letto che non smetteva di muoversi. Mi sono spaventata molto, di più delle scosse scorse e poi non finiva mai.
Antonella
Roma - Cinecittà est

Terremoto che paura stando al piano 8 ondeggiava ogni cosa ed e durata circa 40 interminabili secondi.buon lavoro a tutti i soccorritori.
Maria Rita Granato - Prenestina

Abito con la mia famiglia nella zona di Montesacro, alle 7.40 eravamo tutti pronti per uscire destinazione Cascia! Seduta in cucina sentivo un lieve movimento fino ad arrivare alla scossa fortissima che mi ha fatto cadere degli oggetti da delle mensole. La paura è stata molta anche perché non avevo mai vissuto una cosa del genere, paura allo stato puro. È inutile dire che abbiamo rinunciato alla gita.
Roberta - Montesacro

Io e mia moglie siamo andati, in occasione della ricorrenza dei Defunti, nelle Marche, a Montefalcone Appennino (FM). Stamane tempo più che splendido: si vedeva nitidamente mezzo mondo, i monti Sibillini, i monti della Laga, il Gran Sasso, Colle san Marco, La Maiella, il mare; tutto dalla  finestra della mia casetta, attaccata alla chiesa del paese ed al relativo antico campanile. Stavo facendo delle foto ed ero appena rientrato in casa per cambiare l’obiettivo della macchina fotografica: boato, sbattere di porte e stoviglie, rumore terrificante. Siamo usciti immediatamente, barcollando e con difficoltà a rimanere in piedi, con gli occhi rivolti al vecchio campanile che ci sovrastava. Non dimenticherò più la nasuea che mi faceva barcollare ed il rumore che proveniva dal sottosuolo! Stasera rientrati a Roma.
Celso Valerio Caferri - Montesacro


 
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